Alimadhi: “Non aderirò al Pd, ma sempre aperto il dialogo alla sinistra”

0

Gentian Alimadhi, l’avvocato di origine albanese che si è candidato alle scorse primarie del centrosinistra di Parma, risponde al Pd. Alimadhi rifiuta l’adesione al partito riconoscendolo come ‘incapace’ di affrontare le problematiche attuali e rispondere ai cittadimi ma si dice aperto al dialogo con la sinistra.

“Da parte di amici impegnati in politica mi viene sollecitata l’adesione al Partito Democratico, che generosamente mi ha accolto nelle sue liste dopo avermi ammesso alla partecipazione alle “primarie per Parma”. – spiega l’avvocato – Pur avendo gradito l’invito, che ho inteso come ulteriore attestato di stima – spero meritata – nei miei confronti, ho ritenuto di declinare l’invito.

Considero il PD essere tuttora il potenziale asse portante del centro sinistra italiano. Credo che nessuna politica credibile di sinistra sia ancora concepibile senza che il PD ne sia il centro promotore. Considero francamente penosi i tentativi, da parte di figure con un rilevante passato, di far rivivere stagioni morte e rinverdire politiche non più idonee a sostenere le sfide dell’oggi.

Registro tuttavia un grande impaccio del Partito Democratico, particolarmente a livello locale, nello svolgere quel ruolo di guida e di ampia rappresentanza che la situazione richiederebbe.

Il PD parmense opera in una città e in una provincia che ha ripetutamente confermato il proprio sentimento democratico e di sinistra, nonché una spiccata propensione alle riforme e al cambiamento. Ne è stata ultima prova in ordine di tempo la prevalenza nella città (medaglia d’oro della resistenza) del SI al referendum (scelta per la quale mi sono battuto), ottenuta contro uno schieramento egemonizzato dalle destre moderate ed estreme associate occasionalmente al populismo montante.

Tuttavia, la sinistra politica, organizzata nel Partito Democratico e nelle formazioni che lo hanno preceduto, da quasi 25 anni non riesce ad imporsi e a proporsi in modo credibile al governo della città.

Credo che ciò sia da attribuire ad un atteggiamento sbagliato del Partito, ridotto all’osso, troppo chiuso in se stesso, totalmente autoreferenziale, assente sulle questioni che davvero contano ma attento invece alle lotte intestine, incapace di liberarsi di luoghi comuni ideologici che impediscono di comprendere la società attuale e i cambiamenti che ha affrontato.

Se il Partito vorrà onorare le attese che ancora gli si rivolgono, deve decidersi a girare lo sguardo, a non guardare più indietro ad un passato che non torna (perché storia di una città radicalmente cambiata) e a guardare avanti. Deve saper essere il promotore di una larghissima convergenza di istituzioni, associazioni, gruppi spontanei, singoli cittadini desiderosi di confronto aperto, senza pregiudizi di sorta.

Io stesso aderisco ad associazioni di cui sono anche promotore, l’associazione Scanderberg che riunisce nuovi italiani di origine albanese e l’associazione di cultura politica “Libertà Eguale” di ispirazione riformista. Cento altre sono le sedi nelle quali cittadini volenterosi discutono e si confrontano sulle questioni che interessano la nostra società. Il PD, se vuole sopravvivere, guardi a queste realtà, si confronti apertamente con esse, si proponga verso di esse come guida aperta e ricettiva.

Il questo senso, io ci sono. Aspetto là fuori”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here