Sole 24 Ore: indagine Consob sui rapporti con Confindustria dopo esposto di un commercialista parmigiano

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La Consob accende un faro sui rapporti tra Confindustria e il gruppo Sole 24 Ore. L’authority di Borsa, si legge nella relazione semestrale del gruppo editoriale, ha avviato una “verifica ispettiva” per chiarire “se la società sia o meno sottoposta alla direzione e coordinamento da parte di Confindustria”.

L’ispezione, tuttora in corso, ha “ad oggetto i contatti, gli accordi intrattenuti e gli scambi intervenuti tra Il Sole 24 Ore, Confindustria e i consulenti di entrambe ai fini dello svolgimento dell’Impairment Test da parte di Confindustria” sulla quota del 67,5% nel Sole iscritta nei bilanci 2015 e 2016.

Nel bilancio 2015 la partecipazione era contabilizzata a 132,6 milioni di euro, pari a 1,47 euro per azione, a fronte di un valore di Borsa – ricorda il documento – di 0,65 euro al 31 dicembre 2015. L’impairment test aveva evidenziato un valore delle azioni “superiore” ai 132,6 milioni del valore di carico e per questa ragione Via dell’Astronomia non aveva svalutato. Nel bilancio 2016, approvato lo scorso 16 aprile, dopo l’avvio dell’ispezione, la quota nel Sole 24 Ore è stata svalutata di 63,7 milioni di euro, a 68,9 milioni (pari a circa 0,765 euro per azione). Il valore di Borsa al 31 dicembre 2016, rileva il documento, era sceso a 0,37 euro ad azione mentre, a causa delle perdite, il Sole presentava un patrimonio netto negativo per 11,7 milioni di euro al 5 aprile 2017.

Non è la prima volta che viene sollevata la questione del controllo e coordinamento da parte di Confindustria. Il tema era stato analizzato dal Cda del Sole dopo una denuncia ex articolo 2408 del codice civile presentata nell’ottobre 2016 da un piccolo azionista, il commercialista parmigiano Marco Pedretti, da poche settimane eletto reppresentante degli azionisti speciali del quotidiano.

Un parere legale chiesto al professor Consolo dal collegio sindacale – riporta la relazione dei sindaci all’assemblea dello scorso 7 giugno – non escludeva “l’astratta possibilità” che Confindustria esercitasse la direzione e il coordinamento ma riteneva “necessaria un’indagine circa la sussistenza di indici di concreto svolgimento” di tale attività. La questione è stata così vagliata dal Cda che, il 16 marzo 2017, ha escluso la sussistenza della direzione e coordinamento sulla base delle risposte offerte da amministratori e sindaci, destinatari di un questionario, in merito ai rapporti con Confindustria. La decisione del Cda non ha però soddisfatto l’organismo di vigilanza, presieduto dall’ex pm Gherardo Colombo, “che ha sollevato perplessità in ordine all’assenza della direzione e coordinamento” chiedendo un ulteriore parere a Consolo sulla “correttezza ed efficacia” del questionario e sugli “esiti conseguenti alle risposte” fornite dai componenti

del Cda. Consolo, nuovamente interpellato dai sindaci, ha però chiarito di potersi esprimere solo sugli aspetti giuridici e il cda ha chiuso la questione, che ora toccherà alla Consob dirimere, lo scorso 26 maggio, escludendo la direzione e coordinamento da parte di Confindustria.

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