Tutti dentro, ma non troppo. E intanto Martines…

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(di Gabriele Majo, direttore responsabile di StadioTardini.it) – Il lettore che, attratto dal titolo, si aspetta che pure io mi metta a discettare circa la filosofia di Mister Pecchia, resterà deluso: non parlerò, infatti, della sua specialità della casa, che oggi ci si interroga quanto possa esser spendibile anche in Serie A, dopo esser stata la ricetta della promozione, anche se, in questo “tutti dentro” i fatti dimostrano che in realtà dentro non ci siano stati proprio tutti: il mistero Begic resta irrisolto, poiché nessuno l’ha spiegato (anche se nessuno ha avuto il coraggio di chiederne conto direttamente, ma il nostro occhio attento non si è fatto sfuggire il due aste “Begic Moment”, probabilmente piovuto dalla Nord ed issato dai compagni in sede di festeggiamenti finali in campo), così come, viste le due partite giocate da Edoardo Corvi, era lecito attendersi una presenza, o per lo meno uno spezzone (e i crampi di Edo nel finale della gara con la Cremonese l’opportunità l’aveva porta su un piatto d’argento) di Martin Turk, il quale, alla fine della fiera, resta pur sempre l’unico dei tre portieri in organico che in serie A ha già giocato e l’unico dei 27 dentro ad esser rimasto fuori

Ma il mio riferimento al mantra latino esula le mere vicende di campo, sia pure insolute e dunque oggetto di curiosità (che capisco possano essere, a stagione in corso, perniciose da sviscerare, ma almeno alla fine…), e va oltre: forse saranno ragionamenti che ai più non interesseranno – del resto i risultati, quando vincenti, comunemente bastano ed avanzano a placare qualsiasi perplessità – però, il sottoscritto ha una certa attitudine a notare le incongruenze e le contraddizioni e suole offrirle ai suoi lettori. Ad esempio, una società che si vanta di essere “inclusiva”, come il gruppo che la detiene, avrebbe potuto esser rappresentata ieri in Municipio non solo dagli eroi che la serie A l’han conquistata giocando, ma anche da quella che Pecchia definirebbe la “squadra invisibile”, altro motto che ha fatto scuola, che nella mia presente accezione si allarga non solo alle maestranze di campo, ma anche ai dipendenti del club.

Della divisione “corporate”, invece, mancava persino il leader, ossia il Managing Director della sezione, Luca Martines che, nell’occasione, pur trattandosi di un importante evento istituzionale (e dunque anche di sua preminente competenza) era assente. Probabilmente per altri, non noti, impegni irrinunciabili pregressi, ma considerata la sede e gli interlocutori (in primis il Sindaco Michele Guerra e l’assessore allo sport Marco Bosi, con i quali dialoga da tempo per la questione non banale del nuovo Tardini) il fatto che non ci fosse non può passare inosservato.

Mi si potrà obiettare che tanto li aveva visti a cena lunedì sera da Romani (per l’happening di Parma Partecipazioni Calcistiche (al quale, per la prima volta per decisione del consiglio in carica, StadioTardini.it, nella persona del suo direttore, non è stato invitato, del resto come altre testate considerate minori), ma un conto è quando si sta con i piedi sotto la tavola, un altro quando ci si accomoda per un evento istituzionale in una sala consigliare (tra l’altro storica e bella come quella del Palazzo Municipale di Parma). Peraltro, il managing director corporate, da Romani, in collegamento con 12 Tv Parma, ha pronunziato alcune cose sulla vicenda stadio che più avanti, in questa stessa articolessa, chimicheremo.

Prima desidero concludere il ragionamento sulla supposta inclusività: sarebbe stato edificante, ad esempio, se la grigliata di martedì 14 maggio della squadra (tornata a Collecchiello dopo alcuni giorni di vacanza post derby), se anziché esser riservata al solo gruppo allargato della prima squadra, inclusa aree tecnica e performance, fosse stata aperta anche ai dipendenti della sede (e magari pure di quelle distaccate), i quali, così, anziché annusare solo il fumo, avrebbero potuto azzannare, a propria volta, un po’ di carne alla brace: sarebbe stato un concreto coinvolgimento degli invisibili, che curiosamente in passato c’era anche stato (proprio con l’attuale gestione), anche se non per festeggiare un lieve evento come la prossima iscrizione in Serie A.

Il presidente Guido Angiolini, quando il Parma si salvò dopo il drammatico spareggio di Bologna, ebbe la delicatezza e la generosità di condividere con tutto il personale un consistente premio salvezza (rinunziando alla propria parte): anche una promozione potrebbe comportare un riconoscimento speciale per chi, pur lontano dai riflettori, lavora per la stessa identica causa di calciatori, dirigenti, tecnici, medici, fisioterapisti, team manager in ogni declinazione etc.

Ed ora torniamo alle parole di Luca Martines, raccolte, in diretta per 12 Tv Parma, da Alberto Dallatana. Innanzitutto, il manager esordisce affermando: “La prossima stagione la giochiamo tutta al Tardini”. E grazie al cavolo: la cosa era già da tempo evidente, visto che il timing dell’inizio dei lavori era già stato procrastinato un anno avanti. Se, infatti, fino a qualche mese fa era previsto che si partisse al termine della presente stagione, ossia adesso, considerati i vari ritardi, si era già passati da tempo a considerare il termine della prossima, cioè la prima in Serie A dopo il ritorno, la 2024-25. La sensazione, però, è che non basterà, per cui la domanda corretta a cui rispondere sarebbe: dove giocherà il Parma la stagione 2025-2026, sperando che sia la seconda in A e non quella del ritorno in cadetteria?   

La risposta più facile potrebbe essere di nuovo nell’attuale Tardini, soprattutto, al lume delle altre parole aggiunte da Martines, che sembrano riportare indietro l’orologio (ma nell’ora legale ci siamo appena entrati…) rispetto ai proclami di Francesco De Vanna, assessore ai lavori pubblici e legalità del Comune di Parma, pronunziate martedì 2 aprile 2024, durante Parma Europa: che qui ricordiamo: “Sono scaduti i termini per il deposito dei pareri degli enti che sono coinvolti nella Conferenza dei Servizi, che hanno preso visione della nuova versione del progetto definitivo che è stato depositato nelle settimane scorse: adesso sulla base dell’articolo 53 della Legge Regionale 24 del 2017, ci sarà un passaggio dovuto in consiglio comunale, anche per la variante urbanistica, ma confermo i tempi che erano già stati indicati dall’assessore Bosi, entro la fine di aprile, arriveremo praticamente al tratto finale e poi a maggio in consiglio comunale”.

Non eravamo stati solo noi di StadioTardini.it ad intendere, con quelle parole di De Vanna, una sorta di (virtuale) chiusura della Conferenza di Servizi con il passaggio del pallone dai tecnici ai politici, che non vedevano l’ora di scendere in campo per potersi scannare sugli scranni (gli stessi ieri occupati dai premiati): anche la Gazzetta di Parma, che è meno garibaldina di noi, aveva interpretato nello stesso modo, sancendo in un occhiello: “Chiusa la Conferenza dei servizi sul definitivo” e rinviando a maggio per il voto in consiglio.

A Maggio siamo arrivati, la data del consiglio comunale de quo non è stata ancora fissata (l’ho chiesto direttamente all‘assessore Bosi ieri, il quale, appunto, così mi ha risposto) e Luca Martines, nel suo intervento da Vicomero, ha ritirato a mano la famigerata Conferenza di Servizi, che tutti consideravamo ormai conclusa (almeno in questa fase, prima del ritorno dopo il passaggio politico): “Lato stadio siamo alle battute finali della Conferenza dei Servizi, stiamo, di fatto, integrando tutte le ultime parti che porteranno, sostanzialmente, a quello che è il progetto esecutivo, quindi la fase successiva, ossia il progetto definitivo e le varie approvazioni che sono previste da parte della giunta e del consiglio comunale, si passerà, se del caso… Insomma, stiamo già lavorando al progetto esecutivo. Dico che stiamo già lavorando nel senso che è normale, perché è un progetto corposo e noi ci siamo preparati, ovviamente aspettiamo i passaggi amministrativi richiesti.”

Montaggio clip a cura di Luca Casoni

Supercazzole a parte, sarebbe bello se ci fosse un minimo di chiarezza e trasparenza sul vero stato dell’arte dell’intricata questione. Mentre tutti stavamo aspettando che a breve i politici dibattessero sulla variante urbanistica (quelli dei Comitati si sono lamentati perché non era stata data adeguata propaganda alla cosa, limitandosi ai soli passaggi formali richiesti, ma in questo, per me, hanno un po’ sonnecchiato loro, che avrebbero dovuto essere un po’ più attenti, anche perché la questione urbanistica era in effetti emersa nei vari interventi sui media da loro stessi citati, per cui un alert avrebbe dovuto attivarsi…) e sull’annosa questione della durata della concessione (rumors ci danno KK irremovibile sui 90 anni, ma anche meno propenso di prima ad aprire l’idrante, occhio che, tra tante manfrine, non sia sfumato il magic moment…), si fa un tuffo nel recente passato ritirando a mano la Conferenza di Servizi? Forse sarò limitato io, o forse, come al solito sarà colpa dei giornalisti che non capiscono (cit.), però continua ad esserci quel cal strusaGabriele Majo, direttore responsabile di StadioTardini.it

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