Omicidio di Elisa Pavarani: secondo la Procura ci fu premeditazione

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Ha ucciso Elisa Pavarani colpendola alle spalle con premeditazione. Luigi Colla, in carcere dalle prime luci dell’alba dell11 settembre 2016, avrebbe preparato minuziosamente l’omicidio di Elisa, che non lo voleva più.

Elisa, che a 39 anni voleva passare oltre, ma in Largo Carli, corte interna della prima parte di Via Sidoli, nell’alloggio che era stato nido d’amore, ha trovato la morte per mano dell’uomo che per 13 anni era stato il suo compagno.

Ora la Procura, il PM Ausiello, all’accusa di omicidio volontario ha aggiunto l’aggravante della premeditazione, un’aggravante pesante che può costare anche l’ergastolo.Due i fattori che hanno condotto gli inquirenti verso questa teoria: il primo, il fatto che Elisa sia stata colpita alle spalle ed alcuni dati estrapolati dalla cronologia del pc di Colla.

Frasi come “omicidio passionale”, “Carcere di Parma”, “Infermità mentale”. Cookies su cookies che la cronologia del computer, sequestrato, ha consegnato alla magistratura: da settimane Colla leggeva, curiosava, si informava.

Non ha potuto nemmeno cercare di difendersi, Elisa, quella sera, vigliaccamente colpita alla schiena come aveva già dimostrato l’autopsia. Proprio le ferite inferte hanno spinto la Procura sulla strada della premeditazione, poi rafforzata da quella cronologia.

Colla si è informato per giorni, ore, anche poco prima di vedere Elisa. E ci ha provato, a dimostrare la propria infermità, anche se lo psichiatra designato come consulente della Procura ha negato che nonostante avesse bevuto mirto, assunto psicofarmaci, fumato una canna, Colla fosse incapace di intendere e volere.

Nessuna follia, dunque, solo premeditazione alla base della morte di Elisa.

 

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