Inchiesta “Prosciutto Crudele” oscurata, Essere Animali: “Violata libera informazione”

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Oscurate su internet le immagini dell’investigazione di ‘Essere Animali‘ che documentano le terribili condizioni dei maiali e i comportamenti violenti degli operatori all’interno di un grande allevamento fornitore del Prosciutto di Parma, diffuse in televisione e viste sul web da 1,5 milioni di persone.

Il sequestro, di natura preventiva, è stato disposto dal G.I.P. del Tribunale di Bologna per procedere alle indagini nei confronti dei responsabili dell’associazione, querelati dal Consorzio del Prosciutto di Parma per diffamazione a mezzo stampa.

Così non si colpisce la nostra associazione, ma la libera informazione. Le persone hanno il diritto di sapere che anche il prosciutto di Parma proviene da animali allevati in sistemi intensivi, dove lo stress e le misere condizioni di vita possono spingerli al cannibalismo. Stiamo parlando di un grande allevamento fornitore del noto marchio DOP, monitorato per sei mesi dal nostro team investigativo anche grazie al posizionamento di telecamere nascoste. Abbiamo anche documentato atteggiamenti violenti degli operatori, che afferravano i maiali per le zampe e li gettavano a terra e la prassi di abbandonare gli animali malati nei corridoi, lasciandoli morire in agonia. Lo stesso Corpo Forestale dello Stato, in un blitz a seguito di una nostra denuncia, ha trovato 550 maiali in stato di sofferenza. Ci opporremo a questo sequestro preventivo attraverso le vie legali e continueremo la nostra battaglia per la diffusione di una corretta informazione”, sostengono i responsabili di Essere Animali.

“Vogliamo precisare che il sequestro del video contenuto all’interno del sito internet www.prosciuttocrudele.it è stato disposto per permettere le indagini, nessuna sentenza è stata quindi già emessa. Non ci viene contestata la veridicità delle immagini. Durante l’investigazione infatti, l’allevamento risultava essere un fornitore del Prosciutto di Parma. Ciò che ci viene contestato dal Consorzio è, in sintesi, l’aver accostato tali immagini al Consorzio stesso, offendendone la reputazione, anche attraverso il nostro slogan ‘Prosciutto Crudele di Parma’ “, continua l’associazione.

“Risponderemo nelle sedi opportune a queste accuse di generalizzazione, ma già da ora ribadiamo che siamo convinti delle scelte comunicative adottate nella realizzazione dell’investigazione, che vuole mostrare quali possono essere le estreme conseguenze dell’allevamento intensivo. E’ il ‘sistema allevamento’ a nostro avviso ad essere sbagliato, ma se un marchio si serve di quel sistema, allora le persone hanno il diritto di saperlo.”

“Con la nostra investigazione siamo consapevoli di aver scomodato interessi forti. Le immagini sono state diffuse da telegiornali e media nazionali, viste da 1,5 milioni di persone e riprese anche all’estero, in Inghilterra, Cina e Hong Kong. Ma proprio questa consapevolezza ci ha permesso di ponderare tutti i contenuti web sull’argomento, allo scopo di creare un dibattito sociale che investa tutta la società, così come dovrebbe essere. Per cui siamo pronti a difenderci in tribunale”, conclude l’associazione.

LEGGI E GUARDA IL VIDEO INCHIESTA: Prosciutto Crudele…di Parma. L’indagine shock sugli allevamenti verrà oscurato dalla Polizia Postale

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