Lezione con la pedagogista Giovanelli: “Nelle relazioni, il linguaggio giraffa”

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Comunicazione non violenta al centro dell’attenzione durante il primo dei due incontri che si è tenuto ieri presso la libreria “Voltapagina” di Parma.

La pedagogista Alessandra Giovanelli ha spiegato a curiosi docenti, genitori e anche nonni la teoria della comunicazione nonviolenta (CNV), chiamata anche comunicazione empatica: questo processo di comunicazione assertivo è stato sviluppato da Marshall Rosenberg.

“Oggi partiamo dalle teorie di Rosenberg – ha spiegato la pedagogista- ma le svilupperemo secondo la società italiana: alcune di queste teorie sono infatti troppo americanizzate e non applicabili al nostro modo di vivere”.

La teoria di Rosenberg a cui fa capo la Giovanelli, pone la parola al centro dell’attenzione. Due sono le diverse tipologie di linguaggio che si utilizzano: il primo è quello soprannominato ‘sciacallo’, l’altro invece è il linguaggio ‘giraffa’. “La scelta di utilizzare uno o l’altro linguaggio è determinante nelle relazioni sociali: non solo per quanto riguarda i rapporti con i bambini e gli adolescenti, ma anche per i rapporti tra adulti. Bisognerebbe sforzarsi di utilizzare il linguaggio giraffa (il cui nome non è casuale: il collo lungo della giraffa permette di guardare oltre) con tutti i nostri interlocutori. Il linguaggio giraffa non giudica, anzi permette l’empatia tra due persone”.

linguaggiononviolento

Empatia, dunque, determinante all’interno di una relazione sociale: mostrandoci in sintonia con la controparte, otteniamo il dialogo con questa persona, piuttosto che la sua chiusura a riccio.

“Sembrerà strano, ma anche il semplice ‘per piacere’ o ‘grazie’ cambiano la vita delle relazioni”- ha ricordato la pedagogista- “Dopotutto ogni comunicazione sciacallo non è altro che l’espressione tragica di un bisogno (nostro) non risolto. Capita di colpevolizzare i nostri figli su questioni spesso futili: questo è un errore in cui si cade facilmente. Quando i genitori investono troppo sui figli, restano delusi semplicemente perché il loro bisogno (dei genitori, ndr) viene meno. Questo è un atteggiamento sciacallo da evitare“.

“A volte- ha consigliato la dottoressa- bisognerebbe essere pronti alla negoziazione delle regole: bisogna, infatti, essere autorevoli e no autoritari. Anche se difficile, in alcune circostanze è necessario contare fino a dieci prima di rispondere: quei dieci secondi di riflessioni potrebbero tramutare il linguaggio sciacallo in linguaggio giraffa e la conversazione prenderebbe una piega decisamente più salutare e positiva”.

Molte le domande che l’incontro ha suscitato: appuntamento a sabato 4 febbraio per cercare una  risposta, ovviamente attraverso il linguaggio giraffa.

(Sonia Tondolo)

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