Rapporto tra diritti e Cristianesimo: dibattito al Palazzo del Governatore

0

“Quali sono i diritti umani?”, “Viviamo davvero in una selva dei diritti dell’uomo?” “Quali argomenti possiamo utilizzare per giustificare i diritti umani e così condannare chi non li riconosce?” “Qual è e come si è evoluto il rapporto della Chiesa con il tema dei diritti umani?”

Su queste ed altre questioni si è tentato di far luce durante la conferenza “Diritti umani e Cristianesimo” organizzata venerdì 27 gennaio a Palazzo del Governatore dall’associazione di promozione sociale Intesa San Martino, nell’ambito della rassegna “Incontro alla Cultura” che ha visto confrontarsi il presidente emerito del Senato della Repubblica Marcello Pera, filosofo ed autore del libro edito da Marsilio <Diritti Umani e Cristianesimo, la Chiesa alla prova della modernità>, il segretario delegato del Dicastero Vaticano per il servizio allo sviluppo umano integrale, Monsignor Giampietro Dal Toso ed il Vescovo di Fidenza, Carlo Mazza, membro della Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi. Ad introdurre la serata il presidente del circolo culturale Il Borgo, Giulio Giuseppe Luciani che ha sottolineato come si sia passati da un mondo con al centro Dio ed i doveri da Dio fissati, ad una società di diritti dovuti “tanto che si parla addirittura di dittatura dei diritti.

I temi del saggio di Pera sono fondamentali perché riguardano la compatibilità dei diritti umani con la dottrina cristiana ed il prezzo che la Chiesa deve pagare per affrontare questo tema”. L’idea della conferenza è nata “prendendo spunto dal libro di Marcello Pera che mette in contrapposizione il Cristianesimo con la sua storia millenaria con i diritti umani più recenti- ha spiegato il moderatore Andrea Coppola, organizzatore dell’iniziativa e membro dell’associazione di promozione sociale Intesa San Martino – un tema particolarmente sentito in una società, la nostra, intrisa di valori e tradizioni cristiane” .

Il presidente emerito del senato Marcello Pera ha specificato come la parte principale del suo libro riguardi proprio la Chiesa alla quale pone diverse domande: “L’interpretazione del Cristianesimo fondata sul Vangelo ne fa una religione dei doveri, doveri dell’uomo verso il suo creatore, come può diventare da religione di gratitudine e sottomissione dell’uomo di fronte al proprio creatore, senza l’aiuto del quale non può salvarsi, religione dei diritti dell’uomo in quanto uomo? Non c’è il rischio che la dottrina dei diritti dell’uomo in quanto uomo minacci il cristianesimo e lo renda ridondante? Che bisogno ha l’uomo di religione se ha innati i suoi diritti? Temo che la cultura dei diritti stia diventando un suicidio, il suicidio dell’Occidente, noi non abbiamo più il senso del dovere morale. Il mio è un appello alla Chiesa che abbia il coraggio di riflettere sulla sua nuova impostazione che cambia l’interpretazione tradizionale. O noi recuperiamo la dimensione dei comandamenti cioè dei doveri di chi sente incapace di salvarsi da se e il Cristianesimo rinasce, oppure il Cristianesimo si può ridurre a una forma di umanesimo o di consolazione che non dà più senso alla nostra esistenza e non dà ragione alla nostra storia. Ho una concezione del Cristianesimo condizionata da Agostino, per cui sono un pessimista, ho il senso del limite, del peccato e della caduta e gli ottimisti che pensano di conquistare la propria felicità mi fanno paura. Ho scritto questo libro con angoscia. Non vorrei vivere in un mondo completamente scristianizzato”.

Monsignor Giampietro Dal Toso ha approfondito il tema dei diritti umani nel Cristianesimo precisando “Nessuno si dà la vita da se stesso e c’è un ordine, un’armonia dentro la creazione che dio ha voluto. Se non riscopriamo l’ordine profondo che ha creato l’universo, il creatore che ci dà i diritti, dentro un certo contesto, rischiamo il suicidio culturale. Il concetto di persona che nasce dalla teologia dice che l’uomo si realizza in tre tensioni fondamentali: corpo-anima, uomo-donna e individuo-società e che quindi è uomo solo quando si mette in relazione. Il mio timore è che la cultura dei diritti consideri l’uomo piegato in se stesso e non in relazione con l’altro. La libertà non è data per me, ma per vivere determinate dinamiche che si sviluppano al di fuori di se ed è solo in questa dinamica della creazione che possiamo trovare risposte al tema dei diritti umani”.

Di Chiesa e modernità ha parlato Monsignor Carlo Mazza “Porsi domande è fondamentale nel cammino verso la verità. In una contemporaneità in cui il primato è del sentire e soddisfare subito, non del pensiero, in cui si ha paura che fugga la vita, tutto il capitolo del rapporto della Chiesa con la modernità va continuamente rivisto con occhio sapiente e sapienziale. Invito a rivedere tutta la sterminata letteratura sui diritti umani alla luce dell’incarnazione e redenzione e quindi dell’uomo redento. Noi non abbiamo paura, il cristiano è sorretto dalla speranza, non punta a “hic et nunc” ma alla storia, verso la Gerusalemme celeste. Se siamo consapevoli dell’unità tra Dio e l’uomo possiamo vedere, alzando i nostri occhi, che l’alba verrà”.

La partecipata conferenza, organizzata dall’Aps <Intesa San Martino>, è stata realizzata grazie al prezioso contributo della Fondazione De Gasperi, del Circolo Culturale Il Borgo e del Comune di Parma e con l’alto patrocinio della presidenza del Senato della Repubblica, della Diocesi di Parma e della sezione di Parma di UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti).

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here