Via D’Azeglio, muore il “Vivo” tra svendite e sciacalli. Raccolte più di mille firme per fermare Sala Slot. Il punto della situazione

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E’ ormai panico tra i residenti dell’Oltretorrente per la minaccia di una Sala Slot in arrivo al posto del supermercato. Vivo -prima Billa e prima ancora Standa- chiuderà a breve. Voci dicono che già il 24 dicembre, vigilia di Natale, potrebbe sollevare le serrande per poi calarle definitivamente.

Intanto gli scaffali si stanno svuotando, la merce svendendo e i dipendenti disperando. Certa è la chiusura annunciata entro il 31 dicembre. I dipendenti non hanno ancora ricevuto la comunicazione ufficiale da parte dei gestori del supermercato ma la situazione è evidente. Nessun camion, nessun fornitore è arrivato nelle ultime settimane a riempire gli scaffali. E intanto anche la merce è in svendita, 20% di sconto alla cassa su qualsiasi cosa comprata. A prendere d’assalto il supermercato anche i ladri che, come avvoltoi sulla carcassa, si son fiondati a depredare le corsie. Non ci sono le forze per fermarli.

Il consigliere comunale di Centristi per Parma, Giuseppe Pellacini, ha organizzato una raccolta firme dallo scorso martedì. Più di mille firme in tre giorni sono state raccolte ma la battaglia continua e in tredici esercizi commerciali del quartiere è ancora possibile firmare. Questa lotta guarda anche il quartiere San Leonardo dove in via Trento è in progetto di ri-aprire la Sala Slot che già in passato aveva creato disordini e degrado in un quartiere già ritenuto “caldo” quanto l’Oltretorrente.

Ma il supermercato non è la sola vittima della storia di via D’Azeglio che sta facendo tuonare i cittadini e smuovere la cronaca locale. Anche il negozio di abbigliamento e oggettistica gestito da una famiglia di origini cinesi da qualche giorno ha appeso un cartello che indica “favolosi” sconti su tanti prodotti. Sempre voci, che sembrano fondate, spiegano che entro il 10 gennaio potrebbe essere la fine anche per questo negozio legato con un filo rosso al destino del Vivo. I proprietari del locale -di 3 mila metri quadri – hanno dato in una sorta di subaffitto parte dello spazio a questa famiglia cinese. Caduto uno, cade l’altro. Tutto questo per colpa di un contratto scritto probabilmente in fretta e furia quando la gestione Billa decise di chiudere i battenti e cedere ad altri marchi. Prezzi alti d’affitto, una organizzazione non forse ottimale hanno fatto il resto. A rimetterci i dipendenti, oltre 20 con altrettante famiglie da mantenere.

Sul settimanale Parmateneo un dipendente ha confessato un’altra verità. I clienti sono scappati perché nei banchi carne si vendeva pessima qualità. Si parla addirittura di pollo marcio di cui tutti sapevano, anche i proprietari, senza far niente. Questo avrebbe pian piano fatto calare l’affluenza anche se, passando quotidianamente per la via, gente che entra e gente che esce se n’è sempre vista. Anziani, studenti, extracomunitari, famiglie.

Forse si sarebbe apprezzata una più netta presa di posizione da parte del sindaco Pizzarotti  e dell’assessore alla sicurezza, Cristiano Casa, per promettere il possibile ed evitare la scongiura ma Casa si è diplomaticamente limitato a confermare che una Sala Slot deve avere l’autorizzazione della Questura di Parma. Il sindaco si rimette a Casa. Casa si rimette al Questore. I cittadini aspettano ma non tanto docilmente. Qualcuno ha promesso rappresaglie e violenze se il gioco d’azzardo oserà mettere piede lì. In una contorta logica di combattere il degrado con la violenza.

Pizzarotti bolla Pellacini di fare “terrorismo” parlando della chiusura. E’ battibecco poi tra il consigliere ex UDC e l’assessore sulle pagine della Gazzetta di Parma. Nascono accuse nei confronti di Casa perché avrebbe impedito lo scarico e carico merci di camion di grosse dimensioni su via D’Azeglio facendo scappare un papabile nuovo gestore del supermercato. A questa accusa Casa replica che non è vero lasciando tuttavia il vuoto su come l’amministrazione intenda procedere. Pellacini chiude la polemica invitando i due amministratori cittadini a un incontro davanti al supermercato il 27 dicembre alle 10 per vedere se le serrande saranno abbassate o meno.

Il consigliere Pellacini promette di portare le firme raccolte al Prefetto, che potrà farsi arbitro della situazione, al Questore e al Sindaco invitandolo a intervenire con una ordinanza in qualità di responsabile dell’ordine pubblico, della salute e della sicurezza dei cittadini. Nella vicina Reggio Emilia il Tar, in una situazione simile, aveva dato ragione al Comune che aveva costretto alla chiusura una sala giochi una volta verificata la insussistenza della “compatibilità di destinazione urbanistica” per un’attività con “problematiche d’impatto” sulla società.

Ora a premere è la situazione dei dipendenti che in questi giorni, finalmente, incontreranno i sindacati per vedere se per loro è possibile avviare la mobilità. E le trattative continuano, due marchi di distribuzione si sarebbero fatte avanti per sostituire il Vivo. Nessuna offerta da parte di attività ludiche e di gioco d’azzardo si sono fatte avanti sin’ora ma la possibilità non è così remota anche se la presenza di una chiesa nelle vicinanze scongiurerebbe l’ipotesi. Per legge infatti le sale slot non possono sorger e in prossimità di luoghi di culto e scuole.

(Arianna Belloli)

 

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