Pil +1% in Emilia Romagna: quale futuro per le imprese?

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Pil al +1%. Questa l’ultima ottimistica previsione da parte del governo per l’anno 2017 almeno secondo le ultime parole del ministro dell’economia Padoan. Un’ipotesi di crescita che il governo definisce assolutamente plausibile, anche (e soprattutto) nell’ottica degli interventi dell’esecutivo renziano culminati con la finanziaria 2017.

Un dato che da più parti viene però tacciato non solo come ottimistico bensì utopistico. Tra queste voci anche la Banca d’Italia che tramite una nota definisce il Pil in crescita di un punto percentuale un traguardo ‘ambizioso’. Posizioni sfortunatamente condivise anche dall’Ufficio Parlamentare del Bilancio che ha già annunciato di non poter sottoscrivere le previsioni suddette almeno in base ai dati estrapolati proprio dal Def.

Un prodotto interno lordo al +1% è invece il valore raggiunto in Emilia Romagna che, se ampiamente positivo rispetto al resto della nazione, risulta essere ancora inferiore rispetto alla media Ue di circa mezzo punto. Un dato che assume però un connotato spiccatamente negativo raffrontandolo al 2015 quando la nostra regione ha registrato un aumento del Pil pari al 4,4%. Una netta contrazione che non è in realtà legata a problemi delle stesse imprese locali quanto allo scenario economico globale soprattutto in riferimento al mercato statunitense ed a quello del medio oriente.

Tali considerazioni si arricchiscono dei numerosi dati raccolti congiuntamente da Confindustria, Unioncamere e Intesa Sanpaolo e comunicati a Bologna il 12 ottobre scorso. Tra questi spiccano le percentuali legate alle nuove assunzioni che solo apparentemente comprovano i dati forniti più volte dal governo Se infatti il dato è spiccatamente positivo questo è legato soprattutto ai voucher lavoro con una riduzione di oltre il 30% per quanto riguarda i contratti a tempo indeterminato, vero termometro dello stato di fiducia delle imprese.

Fiducia che, sempre secondo i dati forniti, si affievolisce ma non scompare con gli imprenditori dell’Emilia Romagna che rimangono ottimisti nella maggioranza dei casi seppur con una riduzione vicina al 10% della forbice con i pessimisti. Preoccupante infine il dato legato al credito, o meglio, alle sofferenze dei finanziamenti già in essere che risulta essere aumentato del 4,4% con uno 0.6% in più rispetto alla media nazionale e un tasso di prestiti rifiutati che rimane comunque troppo elevato (aggiornamento su http://espertoprestiti.com/prestito-rifiutato).

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