Sequestro di beni immobili, terreni e quote societarie per un valore di circa un milione di euro ai danni di un imprenditore di 41 anni, originario della provincia di Crotone che operava a Parma e che ora si trova in carcere dopo la condanna a 11 anni di reclusione, poi ridotta a 9 anni in appello per associazione mafiosa di tipo ‘ndranghetistico.
A Parma il sequestro ha riguardato complessi aziendali e quote societarie di cinque società.
“Intraneo alla cosca ‘ndranghetista Grande Aracri – si legge nella nota di Finanza e Polizia di Stato – che è risultata avere una struttura autonoma operante in Emilia, forniva un costante contributo all’associazione mafiosa anche mediante il suo pieno inserimento nelle relative dinamiche imprenditoriali. Lo stesso, all’interno del sodalizio criminale, risulta avere avuto una collaudata “specializzazione” nella creazione e gestione di società chiamate a svolgere funzioni di “cartiere”, ovvero società create al solo fine di porre in essere condotte di emissione di fatture per operazioni inesistenti a beneficio di altri soggetti economici che le utilizzano”.
‘Ndrangheta e cosca Grande Aracri: a Parma sequestrate cinque società
Il sequestro ha riguardato interi complessi aziendali e quote societarie di 11 società, delle quali 2 ubicate nella provincia di Crotone, 2 nella provincia di Reggio Emilia, 1 ad Acerra (NA),1 a Milano e 5 nella città di Parma, 2 immobili residenziali in Cutro (KR); 8 terreni estesi per diverse decine di ettari nell’agro cutrese; diversi rapporti finanziari e assicurativi, in corso di quantificazione, 2 autovetture. per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.
L’attività istruttoria e di analisi criminale svolta dalla Divisione Anticrimine della Questura di Parma, congiuntamente al Nucleo di Polizia EconomicoFinanziaria della Guardia di Finanza, per gli aspetti di natura economico- finanziaria, ha permesso di ascrivere il soggetto proposto alla categoria di pericolosità cosidetta. qualificata, prevista dalla Legge 159/2011 (Codice Antimafia), evidenziando altresì, la notevole sproporzione da parte del proposto tra redditi dichiarati ed investimenti eseguiti, presupposti imprescindibili per l’applicazione della misura di prevenzione di carattere patrimoniale.All’ingente sequestro seguiranno le operazioni di acquisizione e di materiale immissione dell’amministratore giudiziario, nominato dal Tribunale di Bologna, nel possesso dei beni sequestrati, tuttora in corso.