Lavoro agile: le aziende si reinventano in Smart working

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La pandemia da Covid 19 ha sicuramente stravolto tutti gli equilibri della società odierna, andando in alcuni casi a generare nuove consapevolezze e favorendo l’esplorazione di nuove forme di organizzazione sociale. Una di queste riguarda sicuramente il mondo del lavoro, dove passata una prima fase di disorientamento molte persone si sono abituate al cosiddetto smart working, tanto da valutare la possibilità di continuare a lavorare da casa anche dopo questa emergenza sanitaria. Il continuo sviluppo della tecnologia, sempre più determinante nella vita di tutti i giorni, ha creato molte opportunità di lavoro che possono essere sfruttate direttamente da casa propria, con tutti i vantaggi che ne derivano.

La definizione del Ministero del Lavoro

Ma facciamo chiarezza: secondo la definizione del Ministero del Lavoro, il lavoro agile o smart working non è una diversa tipologia di rapporto di lavoro, bensì una particolare modalità di esecuzione della prestazione di lavoro subordinato introdotta al fine di incrementare la competitività e di agevolare la conciliazione dei tempi di vita e lavoro.

La disciplina di riferimento è la Legge 22 maggio 2017, n. 81 (articoli 18-24), come da ultimo modificata dalla Legge 4 agosto 2022, n. 122 (che ha convertito con modificazioni il D.L. 21 giugno 2022, n. 73, c.d. Decreto Semplificazioni), secondo la quale il lavoro agile è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa.

La diffusione delle tecnologie digitali, ci ha permesso di usare strumenti come computer fissi e dispositivi mobili come smartphone e tablet, per svolgere attività quotidiane che fino a qualche anno fa ritenevamo impensabile svolgere in queste modalità. Soluzioni sempre più efficienti per comunicare tramite messaggio, o per intrattenersi con la propria musica preferita e con passatempi tradizionali, come i giochi online, come quelli delle carte oppure quelli classici italiano fino a quelli più legati alla tecnologia, come quelli che usano la tecnologia streaming nei casino live, tutte opzioni che hanno riscontrato un elevato gradimento degli utenti, ormai pronti a utilizzare le varie piattaforme quotidianamente.

La lungimiranza di Barilla

E pensare che già in tempi non sospetti alcune importanti aziende parlavano di lavoro smart: è il caso di Barilla, che a metà del 2013, aveva avviato un progetto di smart workingcoinvolgendo 1.600 persone in tutto il mondo, pari circa la metà di tutti i white collar del gruppo multinazionale. Una piccola rivoluzione che ha trasformato in positivo il modo di lavorare delle persone, portando vantaggi per l’azienda e grandissima soddisfazione per le persone. Grazie a nuove tecnologie, rese ancora più evidenti con l’Internet of things, il telelavoro diventa realtà: è possibile, infatti, scollegare l’ambiente (standard) e il fattore temporale dal lavoro in , che viene quindi fatto in maniera più indipendente, rendendo di più (produttività) e portando l’azienda ad un risparmio notevole in termini di infrastrutture e strumenti di lavoro.

Senza dubbio interessante per i genitori – che per conciliare lavoro e figli devono fare mille peripezie, solitamente più dei non genitori – è rimanere sempre aggiornati in fatto di lavoro da casa e congedi, come ad esempio succedeva nel 2020 a causa della pandemia.

Oggi sono circa 4 milioni gli smart worker in Italia e quasi il 90% delle grandi aziende prevede di proseguire con il lavoro agile anche dopo la pandemia. Lo smart working, d’altronde, è un modello organizzativo in grado di portare notevoli vantaggi alle organizzazioni che lo adottano: in termini di produttività, di raggiungimento degli obiettivi, ma anche in termini di welfare e qualità della vita del lavoratore.

Gli smart workers lavorano di più e meglio

Nel 2018, i lavoratori in smart working erano circa 400 mila. L’innovazione a cui abbiamo potuto assistere nei primi mesi del 2020 si è dimostrata l’unica in grado di mitigare i gravi danni arrecati all’economia “messa in quarantena”. Non è però un metodo per scomparire o lavorare meno: lo dice infatti un autorevole centro studi tedesco, l’Ifo, prendendo proprio in esame una realtà aziendale italiana. Lo smartworker ha fatto registrare, secondo questo studio, un aumento di produttività considerevole, tra il 25 e il 45%. Si è dimostrato capace di rispettare le deadline e di acquisire una maggiore responsabilità nei confronti dei propri compiti aziendali. Un altro segnale davvero importante proviene dalle assenze per malattia. I dipendenti in smart working, infatti, sembrano chiedere in media 5 giorni in meno di permesso, rispetto a quando lavoravano in ufficio. Infine, il fatto che i benefici dello smart working riguardano variabili, tra cui il work-life balance, la riduzione dei tempi di trasferimento e la maggior produttività, ci consente di affermare che lo smart working è un fenomeno universale, che può interessare aziende di qualsiasi settore, industria o luogo geografico.

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