Pietro Vignali: “La Parma che vorrei e le città post Covid” – Capitolo 2

La seconda parte della chiacchierata con l’ex sindaco. Si parla di infrastrutture, accessibilità, futuro..

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Piano straordinario sulla casa, cittadelle per anziani, housingsociale, rilancio centro storico con la figura del City Manager e PRU delloltretorrente, nuovi modelli di welfare con al centro donne e famiglia, polizia di prossimità, recupero e rivitalizzazione  dei quartieri periferici che rischiano di essere ghetto e covo di generazioni perdute, navetta ferroviaria aeroporto-stazione-mediopadana, migliorie infrastrutturali…  

Ci eravamo congedati così dalla prima parte della Città dopo il Covid e la Parma che vorrei” disegnata dallex sindaco Pietro Vignali.

Lui, che nelle idee di molti parmigiani è tuttora lultimo vero politico ad aver guidato la città.

E da dove ci eravamo lasciati, riprendiamo. Riprendiamo dal traffico, dalla città spesso imbottigliata in strade troppo strette per stare al passo col progresso, dal tema dellaccessibilità e della modernità.

Vignali, parlavamo di accessibilità.

Innanzitutto si dovrebbe fare ad est quello che abbiamo fatto ad ovest dove la tangenziale nord è stata prolungata fino a dopoPonte Taro liberando cosi tutta la zona ovest della città e ridando dignità a zone residenziali e a quartieri come San Pancrazio che prima erano attraversati e soffocati perennemente da una colonna di auto dalla mattina alla sera”.

Si ferma, sospira come lo attraversasse un ricordo.

Io tra il 1994 e il 1998 quando ero Consigliere Provinciale avevo fatto una clamorosa iniziativacento lire per il ponte”raccogliendo con una cesta cento lire da tutti gli automobilisti che ogni giorno stavano incolonnati tra Parma e Fidenza; poi sono andato insieme ad altri amministratori in pullman a Roma e abbiamo versato la cesta davanti al Ministero delle Infrastrutture. Siamo stati ricevuti dal Ministro: da li si sbloccò il cantiere del nuovo ponte che ha sostituito quello di Maria Luigia a Ponte Taro che era una strettoia che bloccava lo sviluppo di tutta la zona ovest della provincia.

Lo stesso oggi andrebbe fatto ad est della città chiudendo l’anello della tangenziale, unendo la tangenziale est con la nord senza utilizzare un tratto di via Emilia come succede ora.  C’è un  progetto già esistente… poi prolungando la tangenziale nord almeno fino a dopo San Prospero si libererebbe quel tratto di via Emilia oggi soffocato da una perenne colonna di auto ridando dignità a zone residenziali come San Prospero, esattamente come dallaltra parte abbiamo fatto con San Pancrazio”.

E le  frazioni?

Anche le frazioni della città andrebbero protette con mini tangenziali e dotate di servizi ulteriori visto che sempre più persone dopo questa pandemia tenderanno a spostarsi nelle zone periferiche; oggi le frazioni sono tutte attraversate e tagliate in due da strade provinciali di penetrazione alla città. Andrebbero poi tutte collegate alla città da percorsi ciclabili protetti come per esempio quello di Baganzola che avevamo realizzato sullArgine.Poi urge completare il piano infrastrutturale nella zona nord ovest“.

Cioè?

La nuova città si sviluppa verso la zona nord Ovest. La zone delle fiere e aeroporto. Lo svincolo autostradale va sistemato come anche migliorata la porta della città lungo via Europa e tutta la zona del San Leonardo raccordando e collegando i due Piani di recupero della stazione e pasubbio riqualificando via Trento. Andrebbe poi raddoppiata la complanare che avevamo già previsto quando labbiamo fatta prevedendo quattro corsie sul ponte altrimenti si rischia di perdere le manifestazioni più importanti come quella sulla meccanica perché è impensabile impiegare due ore di coda. E ripensato l’assetto infrastrutturale di accesso  all’aeroporto. Poi la Pontremolese. Io ero riuscito ad avere il più grande finanziamento unitario che questa città avesse mai avuto nella storia proprio per il primo tratto della Pontremolese. Più di 300 milioni per il nuovo tratto Parma – Vicofertile sulla base di un progetto che consentiva anche di ricucire dal punto di vista urbanistico e ambientale la zona della crocetta che oggi è tagliata in due dai binari realizzando nel tratto vecchio della ferrovia un interessante percorso ciclabile.

La Pontremolese è strategica?

La Pontremolese è  importante non solo sul piano dei trasporti ma anche dal punto di vista del ruolo strategico per la cittàperché Parma si troverebbe al centro dellinterconnessione tra lasse est ovest e quello nord sud in un corridoio cruciale che unisce i porti del tirreno con lEuropa passando da Verona.

Avevo  sottoscritto a Parma un protocollo con i sindaci di La Spezia, Cremona, Mantova, e Verona: Parma al centro e con ruolo di coordinamento di una macro-area produttiva e culturale straordinaria che unisce 4 regioni. L’Emilia ovest con anche Piacenza, la Lombardia, ma anche quella Ligure, toccandoLunigiana e Toscana, e quella Veneta.

Servono accordi strategici con le città, con le altre aree, per progetti comuni avanzati in campo logistico, produttivo e culturale come per esempio ripristinando il festival della poesia di Parma (che quando lo avevamo sviluppato era diventato il più importante d’Italia) e collegandolo poi con il festival della letteratura di Mantova e quello della mente di La Spezia o accordi tra il Teatro Regio e lArena di Verona. La regione bistratta molte città, tra cui Parma. Alleiamoci per essere forti“.

La sfida di Parma quale potrebbe essere? 

Ritrovare un ruolo, quel ruolo che ha avuto nella storia. E trovare un ruolo centrale in questa macroarea collegata con lEuropa investendo in progetti e funzioni ad alto valore aggiunto legate alle vocazioni storiche di Parma che sono lagroalimentare e la cultura. Il nostro è un sistema sano ma sotto sforzo sia dal punto di vista sociale sia dal punto di vista economico. Abbiano assistito ad un aumento dell’occupazione a basso valore aggiunto soprattutto nel settore dei servizi di cura alla persona e non produciamo ricchezza sufficiente a mantenere lo stato sociale che abbiamo. Per questo occorre investire in funzioni ad alto valore aggiunto legate a cultura e agroalimentare in grado di creare nuova ricchezza e garantire un nuovo sviluppo futuro per le prossime generazioni.

Quali potrebbero essere queste funzioni?

Un Centro di Ricerca avanzato sullagroalimentare e un Centro di Alta Formazione per la Sicurezza Alimentare per il quale avevo già sottoscritto un protocollo con i Ministri della Salute, Pubblica Istruzione e l’allora Direttrice dellAuthority Alimentare alla presenza del Commissario alla Salute Europeo in modo da capitalizzare la presenza dell’EFSA e collegarla maggiormente con le altre istituzioni scientifiche della città portando a termine il progetto dellinsediamento dellAuthority Europea con una maggiore contaminazione con la città.

Avevo costruito la nuova sede dellEFSA e ottenuto quasi 25 milioni per nuova Scuola Europea e la ristrutturazione delpalazzo dell’ex intendenza di finanzia in via Garibaldi come sede dei Carabinieri (che doveva andare di pari passo con la sede di rappresentanza dell’Efsa nel Palazzo Ducale) ma il progetto iniziale elaborato dal tavolo interministeriale di coordinamento che io avevo stimolato e sostenuto e che era  presieduto personalmente da Gianni Letta presso la Presidenza del Consigliodei Ministri era molto più ambizioso.

Ovvero?

Era quello di far diventare Parma una città di livello internazionale visto che ospita lunica authority europea presente in Italia”.

Poi…nellex Eridania c’è un polo congressuale meraviglioso da valorizzare. A fianco del Paganini e del centro congressi del Comune avevo inaugurato anche il centro congressi Ipogeo. Quello può diventare un polo attrattivo straordinario per la convegnistica scientifica e congressuale legata anche all’alimentare e  alla cultura. Ma resta il problema che dicevamo prima.

Quale?

Per attirare queste funzioni è fondamentale laccessibilità sia dal punto di vista fisico e infrastrutturale sia dal punto di vista della facilità di accesso ai servizi del Comune eliminando la burocrazia per cittadini e imprese passando dal sistema dellautorizzazione a quello dellautocertificazione rivedendo i regolamenti comunali. Percorso che era stato iniziato nellambito del progetto del comune amico” e degli sportelli polifunzionali del DUC

E in quali altri settori si dovrebbe pensare a nuove funzioni?

“Sicuramente in campo culturale. Parma dovrebbe produrre cultura non solo consumarla. C’è un patrimonio culturale che si potrebbe valorizzare ulteriormente. Il Festival Verdi poi dovrebbe durare tutto l’anno, generando lavoro e turismo come Salisburgo per Mozart. Io ho inaugurato dopo il mio insediamentoil nuovo Festival Verdi come festival che dura un mese intero con opere, concerti, manifestazioni collaterali. Prima di allora il Festival verdi era rappresentato solo due opere durante la stagione lirica invernale. Poi lo abbiamo esteso ad un mese intero. Ora andrebbe prolungato tutto lanno con un progetto complessivo di coinvolgimento di tutti i settori della città

E dopo il Coronavirus quali altre priorità avranno le città ?

Sanità e ambiente che sono due facce della stessa medaglia.

I problemi ambientali però in generale nelle città non si risolvono solo con i divieti ma con investimenti e incentivi. La tangenziale è stata un grande investimento per lambiente oltrechè sulla mobilità perché ha consentito di spostare centinaia di migliaia di macchine, camion e relative emissioni fuori dalle zone centrali e residenziali. I divieti ai privati che hanno vecchie auto a diesel devono essere accompagnati con incentivi per dare una soluzione a chi non si può permettere di cambiare l’auto. Come presidente della conferenza degli Assessori avevo elaborato con il Ministro dellAmbiente un progetto grazie al quale abbiamo dato incentivi per la trasformazione di oltre 75.000 auto a metano e la costruzione di distributori a metano per le flotte pubbliche. Un distributore era stato realizzato anche allinterno della Tep e per questo avevamo investito in autobus a metano come i 45 nuovi bus a metano acquistati per linnovativo progetto dellHappy bus”.

La mobilità pubblica migliore potrebbe disincentivare il trasporto privato?

Innanzitutto il servizio pubblico deve dare lesempio per primo. Per questo oltre ad acquistare in modo massiccio autobus a metano avevamo anche finanziato lacquisto dei nuovi e moderni filobus sulla linea 5 e avviato all’inizio una primasperimentazione di autobus elettrici nel centro storico e sulla nuova linea 15 che avevo fatto dopo la pedonalizzazione di via Farini. Lelettrico è la nuova frontiera

Una frontiera possibile?

“Possibile con un coinvolgimento anche dei privati. Al Teatro Regio insieme con lallora Commissario Europeo allIndustria Tajani avevamo coinvolto i rappresentanti delle principali case automobilistiche europee per impostare un progetto sullelettrico e le auto a zero emissioni. Avevamo anche dato incentivi che erano serviti per acquistare a Parma ben 5000 biciclette elettriche grazie ad un finanziamento straordinario (che nessuna città italiana ha mia avuto in quellentità) di più di 15 milioni dal Ministero dellambiente per progetti ambientali in tutte le matrici che ci avevano consentito di recuperare un grande ritardo che Parma aveva: dalla maglia nera dItalia (69posizione nella graduatoria annuale del sole 24 ore) al momento del mio insediamento siamo arrivati sul podio nazionale per ambiente e mobilità sostenibile.  Sempre grazie a quel finanziamento avevamo anche portato il contributo per il potenziamento del trasporto pubblico a quasi 6 milioni allanno che non aveva uguali in Italia”.

Ma non c’è solo il problema del traffico.

C’è  il grande tema dellinquinamento da riscaldamento delle abitazioni per il quale il progetto sulla casa sia pubblica che privata di cui abbiamo parlato nella prima parte dellintervistadovrebbe affrontare sfruttando anche le opportunità date dall’ecobonus.

Poi isole ambientali e pedonali come avevamo fatto in via Farini e parchi urbani attrezzati come quello che avevamo realizzato tra via Montebello e via Bizzozzero. Esistono tante aree nelle frazioni e nei quartiere in cui si possono realizzare parchi come quello che diventano anche luoghi di socializzazione. Come anche andrebbe valorizzata la straordinaria oasi naturalistica tra il Parma e il Baganza e realizzare un corridoio naturalistico di collegamento tra le grandi aree verdi della città : Cittadella e Parco Ducale.

Quanto conterà l’ambiente nel post pandemia?

Tantissimo. Dopo questa Pandemia la sinergia ambiente salute è un imperativo assoluto anche se occorre fare un passo avanti”.

In che senso?

Ventanni faavevo coniugato lassessorato allambiente con quello alla mobilità. Fu una scelta vincente che ci ha consentito di fare sinergia in settori che prima erano confliggenti e fare progressi. La grande rincorsa è terminata 10 anni fa. Ora bisogna fare un salto ulteriore che è quello di coniugare lambiente con la salute. Per questo avevamo insieme con lOrganizzazione Mondiale della Sanità organizzato a Parma il quinto Vertice Mondiale su Ambiente e Salute, il primo realizzato in Italia alla presenza di più di 100 Ministri dellAmbiente e della Salute di tutto il Mondo per parlare di come coniugare le politiche ambientali con quelle della salute soprattutto per i bambini”.

E la sanità con il Covid ci ha mostrato quanto siamo fragili?

Assolutamente. Anche grazie ai fondi del Next Genaration Euoccorrerà investire sulla medicina territoriale, sullassistenza sanitaria domiciliare di prossimità e su ospedali di Comunità anche con il coinvolgimento del privato.

Dopo la crisi del 2008 avevo fatto il progetto salute per Parma” in cui avevamo siglato un accordo tutte le strutture private sanitarie convenzionate della città per ridurre quasi del 50% i prezzi delle visite sanitarie specialistiche e per le cure anche riabilitative e per la sinergia con il sistema delle farmacie.  Rete che abbiamo visto in questo ultimo anno di pandemia quanto sia importante per le nostre città.

Senza il contributo straordinario del Governo che io insieme ad Ubaldi siamo riusciti ad avere dallallora Ministro della salute non avremmo avuto il nuovo Pronto Soccorso. Senza la sinergia pubblico-privato e la disponibilità di una grande famiglia come la Barilla non avremmo avuto l’ospedale del Bambino“.

Vignali diventa sindaco. Le sue prime due sfide? 

Sorride (ndr). “Prima devo decidere se tornare ad impegnarmi ancora in prima persona dopo aver già dedicato più di 13 anni alla città che amo…il civismo…l‘amore e l’attenzione ai problemi della città al primo posto a prescindere dalle ideologie. Ascoltare idee, realizzare progetti, creare aggregazioni di forze per un progetto per una Parma futuribile e sostenibile“.

Partendo da?

Un progetto per rendere fattibile l’idea di un Festival Verdi tutto l’anno con il coinvolgimento di tutta la città e studiare un piano di accessibilità per ricollegare Parma con lItalia e lEuropa dopo essere stati marginalizzati dopo lo spostamento dell’alta velocità a Reggio Emilia e grande impegno per una sanità di prossimità efficiente e un progetto per il lavoro dei giovani e delle donne.

Poi Housing Sociale, quoziente familiare, centro storico come un grande centro commerciale e culturale naturale, un Piano di Riqualificazione Urbanistica per tutto lOltretorrente, riqualificazione dei quartieri periferici, polizia di prossimità…troppe idee per pensare possano rimanere nel cassetto di un osservatore esterno.

La politica è amore per la città, e queste idee sono un grande esempio di amore e osservazione attenta, costruttiva.

Glielo richiedo. Si ricandida?

Non lo so. Non ci sto pensando. Al momento sto solamenteosservando dall’esterno la città. Sto ascoltando tantissimi nostri concittadini che mi scrivono, mi telefonano, mi mandano messaggi e che mi vogliono incontrare, fare incontri per parlare di problemi delle varie zone della città”

Volta le spalle, se ne va. Tempo al tempo, e glielo chiederemo ancora. Per capire quando la sfida Parma” possa essere la sfida Parma di Vignali”. Perchè Parma deve ripartire. Da chi è in grado di spingerla.

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