“L’Italia riconosca la Crimea russa, poi potrà esportare il parmigiano”

0

L’Italia dovrebbe riconoscere la Crimea come parte della Russia prima di poter esportare di nuovo il parmigiano nel Paese. Lo ha detto il capo del sindacato dei casari. L’ambasciatore italiano a Mosca, Pasquale Terracciano, ha infatti esortato la Russia a escludere il parmigiano dal suo embargo alimentare in un’intervista a Forbes Russia, sostenendo che la sua quantità trascurabile di lattosio lo rende un prodotto non caseario. Inoltre ha ricordato la posizione “amica” dell’Italia nonostante i tempi turbolenti tra Mosca e l’Occidente.

Ma Oleg Sirota, presidente dell’unione dei produttori di formaggio russi e uno dei più accesi sostenitori dell’embargo, ha risposto che permettere le importazioni di parmigiano «manderebbe in bancarotta» i produttori di parmigiano locali e sarebbe «moralmente sbagliato». «Che riconoscano la Crimea, che tolgano le sanzioni dalla Crimea e da tutte le aziende», ha detto Sirota, che possiede uno stabilimento casearo fuori Mosca, in un’intervista con l’emittente indipendente Dozhd. In una precedente intervista con la stazione radio Govorit Moskva, ripresa dal Moscow Times, Sirota ha definito le parole dell’ambasciatore Terracciano «astute» perchè «si rendono conto che presto perderanno per sempre il mercato russo».

Le autorità russe insistono sul fatto che le sanzioni hanno permesso di sviluppare le industrie nazionali, compresa l’agricoltura, grazie a sostanziali sovvenzioni. Sirota stima che la produzione interna di prodotti caseari è cresciuta del 25% dal 2014. «Senza ferire i teneri sentimenti che ho per i miei colleghi italiani, voglio dire che mi piacciono i formaggi russi», ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here