D’Aversa e il Parma, amore al capolinea: rescissione o esonero?

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Sarà ricordato come il condottiero orgoglioso della notte gelida del Mapei, un due a zero nel derby che ha spiegato a Parma e al  quanto la motivazione nel calcio vinca su tutto.

Sarà ricordato come l’uomo delle promozioni e delle salvezze: la notte di Firenze contro il Pordenone, i rigori e il cuore alle stelle. Il pomeriggio contro l’Alessandria e “io e te come nelle favole.

Poi l’altra notte, quella di Spezia. Come noi nessuno mAi.

La cavalcata fino alla serie A. Due salvezze.

1340 giorni da gialloblù. Solo Nevio Scala più longevo di lui in Ducato.

Roberto D’Aversa è il Parma si lasciano, fine di un amore grande. Che ha dato frutti da favola.

1340 giorni di amore e odio. Ombroso, riflessivo, permaloso come ogni calciatore fresco di “ex”, col loggione parmigiano è stato amore e odio.

Come tanti prima di lui, come tanti dopo, è stato capito a metà. Criticato troppo. Forse sul forcone quanto lui solo Ancelotti.

Stimato per i risultati, applaudito, ma mai troppo amato. Lui ha incassato, a volte risposto a parole, a fatti sempre: centrando gli obiettivi di inizio stagione.

Ha emozionato più che divertito. Ma ha avuto ragione lui, tattico e motivatore eccellente. Vincente. “Un po’ Allegri un po’ Guardiola“ – si è detto dopo Cagliari.

Ambizioso, nel vuoto causa Covid della sala stampa, le sue parole, in una notte d’estate  avevano rimbombato.


“Miglioramenti possibili? Dipende dalle ambizioni della società, un allenatore cerca di lavorare con il materiale che ha a disposizione. Il campionato finisce oggi, bisognerà programmare, parlare: un allenatore è ambizioso, vuole sempre cercare di migliorare; soprattutto perchè quando ci sono i momenti di difficoltà il responsabile è sempre e solo l’allenatore, il giudizio è sempre e solo su di lui; la volontà mia e mi auguro quella della società è quello di migliorare la rosa, perchè vincendo ogni anno il campionato in questi anni non era semplice, bisognava diminuire il gap delle categorie. Nonostante questo siamo stati bravi sempre a fare punti, il consolidamento della Serie A di quest’anno è un risultato molto importante”.

Ora, il congedo. Nel caos completo di casa Parma.

Forse ambizioni, motivazioni diverse. Incomprensioni. Scelte, diverse. Il calcio è fatto anche di divorzi. Questo, è un fulmine a ciel sereno, la verità resterà nelle bocche di chi ha detto “fine”.

Grazie, Bob. Hai insegnato calcio, anche se qualche volta non ci siamo capiti. 

Sentiremo parlare di te, è solo un arrivederci.

Chi arriverà, dovrà fare meglio. E non sarà facile, come non lo sarà farsi volere bene. Ma questo già lo sai.

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