Chiude il Padiglione 26 dedicato al Covid -19: la gioia degli infermieri – VIDEO

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Chiude il Padiglione 26 dell’Ospedale Maggiore di Parma che, dopo la riapertura di metà marzo, era diventato uno dei reparti Covid-19 e che ha accolto tantissimi pazienti positiviti al coronavirus. La notizia della chiusura – un elemento in più che contribuisce ad un ritorno progressivo alla normalità – è stata data dal coordinatore Matteo Manici, che ha anche pubblicato la foto della squadra degli infermieri sui social. Il reparto si era trasformato in Lungodegenza Straordinaria: i responsabili medici erano Erminia Ridolo e Alessandra Dei Cas.

Gli altri coordinatori della squadra di infermieri erano Luisella Mezzetta e Antonella Bruna Giuberti.

La testimonianza di Leandra, giovane infermiera del reparto. “Perché ogni sorriso di oggi non è poi solo un sorriso di gioia! Il sorriso di oggi è la paura del primo e di ogni giorno a seguire…paura di sbagliare, di non farcela più, di cadere nel vuoto e nell’angoscia. Oh si, l’angoscia…il più brutto dei sentimenti che un uomo può provare! Come puoi non provarla l’angoscia dove visto quello scempio! Il sorriso di oggi è la rabbia del primo e dei giorni a seguire…rabbia per aver dato poco o non abbastanza; ma probabilmente non sarebbe mai stato abbastanza! Quante mani avremmo voluto stringere per qualche minuto in più, quante lacrime avremmo voluto asciugare e volti accarezzare.. La parola perde valore di fronte al vortice di emozioni che ci hanno accompagnato. Abbiamo sentito il cuore esplodere vedendo camminare Aldino o Sergio mandare i baci alla moglie dietro uno schermo o Giannino dire che andrà a casa ed è felice. Abbiamo sentito il cuore spegnersi vedendo corpi immobili, freddi, respiri agonizzanti…chiudendo gli occhi alla vita terrena. Ricorderemo ogni corpo, ogni anima che abbiamo accudito e accompagnato e non basterà una vita per dimenticare. Dolore, frustrazione, scoraggiamento, ansia, paura, malcontento e poi tenacia, forza, perseveranza, determinazione e chissà quant’altro abbiamo superato e conquistato con la sola arma che avevamo in pugno…collaborazione; che poi a dirla tutta è l’”arte” di chi fa il suo dovere!”. 

 

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