Investimento in bond argentini: risarcito dopo 20 anni

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Dopo circa 20 anni, un investitore è riuscito ad ottenere il risarcimento. Nel lontano 2000 l’uomo aveva fatto un investimento di 62mila euro in bond argentini. Quell’investimento era però una fregatura.

La Corte d’Appello di Roma ha accolto il gravame, condannando l’istituto di credito che aveva fatto da tramite al risarcimento danni quantificati in 91.275 euro.

I 91.275 euro stabiliti dalla Corte d’appello sono stati quantificati sottraendo dai 62.155 euro dell’investimento iniziale 7.556 euro di cedole percepite nel corso del rapporto. Quindi, si è calcolata la rivalutazione monetaria calcolata dal default argentino (dichiarato il 3 dicembre del 2001), arrivando a una somma di poco superiore ai 71mila euro. Alla quale sono stati aggiunti poi 20.187 euro di interessi compensativi, interessi che assolvono una funzione remunerativa.

“Una sentenza clamorosa – spiega l’avvocato parmigiano Giovanni Franchi, che ha curato il ricorso per gli eredi dell’investitore –. Clamorosa non tanto per il suo esito relativamente alla pericolosità di quei titoli, ma soprattutto per la somma liquidata, di gran lunga superiore al capitale versato”.

L’accoglimento del ricorso è strettamente legato al fatto che l’operazione è stata ritenuta inadeguata per un uomo di quell’età e poco esperto di questioni finanziarie. Inoltre, già all’epoca, i bond argentini erano considerati titoli speculativi con un notevole livello di rischio. 

 

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