Processo Stige: pm chiede 8 anni per Franco Gigliotti

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La Dda di Catanzaro e il pm Domenico Guarasco dopo l’operazione Stige del 2017chiedono 8 anni di condanna per Franco Gigliotti, l’imprenditore della G.F. Nuove Tecnologie, azienda che tuttavia non è stata coinvolta nelle indagini. Sono 104 gli imputati(solo per una persona è stata chiesta l’assoluzione) che avrebbero fatto affari e accordi con lacosca di ‘ndrangheta Farao-Marincola di Cirò Marina dal sud, al nord, passando anche per Parma. Per altri tre calabresi, da anni residenti a Parma sono stati invece chiesti 18 anni di condanna per Vittorio Farao (figlio del capoclan Giuseppe), 12 per Fabio Potenza e 10 per Aldo Marincola.

L’accusa è di associazione mafiosa (come semplici appartenenti): Gigliotti e Potenza dovranno rispondere anche di intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso. Le richieste del Pm sono dure, nonostante gli imputati abbiano scelto per il rito abbreviato, che comporta uno sconto di un terzo della pena.

Nel Crotonese Gigliotti avrebbe, secondo gli inquirenti, fatto affari con uomini della cosca. Per Gigliotti è stato derubricato il reato a concorso esterno ma non cambia quello per associazione mafiosa. Gigliotti ha trascorso già 5 mesi in carcere e 6 mesi ai domiciliari e dalla fine dello scorso anno l’imprenditore ha l’obbligo di dimora a Parma.

Gigliotti secondo l’accusa avrebbe assunto Vittorio Farao e Aldo Marincola nelle aziende da lui controllate R.P. Work,la P.R. Service, la C.L.C. Impianti e la G.G. Service. Ma era Gigliotti a essere secondo le indagini il referente dell’ndrina. Avrebbe finanziato anche la Ag Film, una società per la raccolta e la rigenerazione della plastica riconducibile, tramite i fratelli Francesco e Gaetano Aloe, a Giuseppe Spagnolo, ritenuto uno dei capi dell’associazione. Gigliotti nel 2015 avrebbe creato, a Torretta di Crucoli, la G-Plast, una srl sempre per la raccolta e la rigenerazione dei cartoni. Fabio Potenza invece sarebbe stato l’uomo di riferimento sul territorio per la gestione dei servizi per conto della cosca.

Ora la parola, dopo gli interventi delle parti civili, passerà alle difese per arrivare poi alla sentenza.

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