Deferimento Parma Calcio, EDITORIALE – Così uccidete la passione, sappiatelo

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Deferimento Parma Calcio, così uccidete la passione, sappiatelo.

C’era una volta un’isola felice, si chiamava Parma. E’nato in seno a un evento per Giuseppe Verdi, è stato salvato la prima volta della sua storia ormai centenaria da Ugo Betti, l’ultima, da un gruppo di imprenditori parmigiani coraggiosi e con tanta voglia di ricucire uno strappo causato dalla sciagurata gestione di un rubicondo imprenditore venuto da Brescia. 

Nel mezzo, c’è stato un signore, che si chiamava Ernesto. Sognava il Parma in A, non ha fatto in tempo a vederlo, ma lo ha applaudito dal cielo. Poi c’è stato un signore che si chiama Calisto, forse i soldi che ha usato erano un po del Monopoli, perchè nell’Italia dove è bello dire che uno è cattivo per salvarne 20 peggiori doveva pagare lui per il sistema bancario intero. Prima di fare crack, ha portato il Parma nel mondo.

E lo sapete vero? Senza quello che Calciopoli ha dimostrato, il Parma ci sarebbe pure salito sul tetto. D’Italia, e del mondo. Forse voi non sapete questo: ovunque andavano i tifosi del Parma portavano salame malvasia e simpatia. Hanno seminato ovunque piacere e gioia. Ricevuta in cambio dagli avversari, sempre colorati e gioiosi. Il Parma in Europa ha portato sportività e sport, alla faccia di violenza e rabbia.

Il Parma è stato una favola, il Parma è UNA FAVOLA. Ci ha affondato prima il crack Parmalat, poi quello del cicciobello venuto da Carpenedolo, ma qualcuno ha creduto in noi e ci ha fatto risorgere. 

Come noi nessuno mai. Tre promozioni in 3 anni scarsi. Così uccidete la passione, quella dei già mille abbonati, quella di chi da Arzignano a Spezia ha riso e pianto,  passando per Firenze. 

Così uccidite lo sport. Così uccidete i sogni e infangate le favole. Ma il Parma sarà più forte anche di questo. Sappiatelo. 

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