Estorsioni a luci rosse: 9 vittime a Parma, arrestate due 28enni di Catania

0
Si chiama sex extortion ed è un fenomeno in continuo aumento in Italia. A finire nella trappola sia giovani che uomini “maturi”. Nove le vittime, tutti uomini, solo nella scorsa estate a Parma e provincia. Molti di più i raggirati che presumibilmente non hanno mai denunciato e hanno pagato in silenzio. Le vittime subiscono estorsioni dietro alla minaccia di veder divulgato materiale fotografico e video hard, che li riprende in atteggiamenti erotici e compromettenti, a parenti, amici, a tutti i propri contatti sui social. Materiali che le vittime hanno inviato volontariamente, credendo tuttavia che dall’altra parte della chat ci fosse veramente una donna bramosa delle sue “attenzioni”.
La truffa corre sul web, dove pullulano siti di ogni genere, dai siti d’incontro a veri e propri portali del sesso occasionale. Le indagini da parte delle Forze dell’Ordine però sempre difficoltose. Nella maggior parte dei casi i profili degli estorsori hanno origine estere, spesso del Nord Africa.
Per gli episodi di Parma però l’origine era “made in Italy”: due donne residenti a Catania, P.G.L. e V.F., entrambe 28enni, disoccupate, sono state arrestate nei giorni scorsi dopo che le indagini dei Carabinieri di Polesine Zibello e i poliziotti della Polizia Postale di Parma, coordinati dalla Procura di Parma, le hanno identificate come le autrici delle estorsioni e minacce. L’attività degli investigatori è iniziata nel luglio del 2017 quando iniziano ad arrivare le prime denunce dalla provincia. Nove in tutto i cittadini che si sono rivolti alle forze dell’ordine quell’estate: le denunce arrivano da persone comprese tra i 20 e i 50 anni, residenti a Parma, Busseto, Fornovo, Noceto, Solignano, Montechiarugolo, Polesine Zibello. Tutti caduti nella trappola di un annuncio nella bacheca di Parma e provincia di un sito online di incontri. 
Le vittime venivano adescate dall’annuncio, poi ben presto iniziavano le conversazioni attraverso Whatsapp con scambio di materiale erotico. La “conoscenza” si allargava poi ad altre applicazioni e social come Facebook, Twitter e Instagram. Una volta raccolto il materiale compromettente, le due donne cominciavano a chiedere piccole somme di denaro, a partire da 50 a 300 euro, sino ad arrivare anche a 1.600 euro tramite ricariche Postepay. Ricatti che si potevano ripetere nel tempo fino ad estorcere anche significative somme di denaro da ogni vittima. Gli inquirenti hanno scoperto che in pochi mesi le due avevano accumulato sul loro conto Postepay l’ammontare di oltre 20 mila euro in pochi mesi.
Per convincere le vittime più reticenti, le due donne usavano anche diffondere annunci sessuali sul web col numero della vittima, finendo così per intasare il traffico telefonico del malcapitato con messaggi e chiamate da parte di sconosciuti che chiedono di avere un rapporto.
Le due truffatrici, che risultano per lo Stato disoccupate, erano riuscite a creare una rete di inganno tale da permettere a loro di vivere agiate senza lavorare. Le indagini sono ancora in corso per stabilire se ci sono altre state altre vittime.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here