“Io, aggredito e pestato da un pusher per uno scambio di persona”

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“Ero sceso dall’auto per comprare dieci euro di fumo, ma il pusher ha iniziato a dire che non gli avevo pagato la cocaina la settimana prima, e mi ha riempito di pugni, poi, di calci, quando ero a terra. Ma ha sbagliato persona”.

Matteo ha 19 anni appena compiuti, nel luminoso soggiorno di casa sua anche la mamma, sguardo severo, ma tutto sommato comprensivo. “Mio figlio è un bravo ragazzo” – si limita a dire.

Lui, Matteo, mercoledì sera è stato riempito di botte in Via Ulivi, scenario nemmeno dieci giorni fa di un’altra aggressione. Pestaggi diversi, ma forse uguali.

“Non lo so, non conosco la vittima. So che in quella zona, un po più in fondo, verso il parco di Via Jacobs spacciano, ma non saprei dire se c’entri con l’aggressione oppure no”.

Torniamo allora a mercoledì sera. “Ero stato a cena con gli amici, a casa, i miei erano via, ho chiamato un ragazo che conosco, credo sia tunisino ma non saprei, gli ho chiesto se mi portava dieci euro di marijuana, concordando venisse poco distante da casa. Non sono un habitué eh…mi faccio una canna ogni tanto, con gli amici…”.

E cosa è accaduto? “Il mio “fornitore” mi ha detto che non poteva, mi ha dato un altro numero da chiamare. Ero titubante, poi mi sono detto “che sarà mai”. Questo è arrivato in bicicletta, è un ragazzone, molto scuro di pelle, e quando è arrivato, mentre stavo pagando, mi ha preso per il braccio, mi ha detto ‘l’altra sera non mi hai pagato 50 euro di cocaina’. Quando io ho negato ha iniziato a pestarmi”.

Poi? “E’ arrivata un’auto, lui è scappato. Mi sono rialzato e sono tornato a casa dove i miei amici mi hanno medicato. Vedi?”. E mostra un ginocchio livido, il labbro tagliato, qualche escoriazione al gomito.

Cosa ne pensi? “Che sia stato uno scambio di persona. Non ero io, sarà stato un altro cliente, chissà chi”.

Hai sporto denuncia? “No, stavo comprando del fumo, non voglio guai con la giustizia. Lo ho raccontato a mia mamma perché è successo vicino a casa, dalle finestre qualcuno guardava, ci conoscono in quartiere.  Non volevo le raccontassero chissà che o pensasse cose peggiori di quelle che sono. Legalizzassero le droghe leggere queste cose non succederebbero”.

E cosa ha detto la mamma? “Ha 41 anni mia mamma. Io sono uno studente modello, non buco mai una lezione, nel week end lavoro per non pesare su di lei. Non mi ha detto “bravo”, ma sa che non sono un tossico”.

 

 

 

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