27 ottobre- Giornata di dialogo cristiano-islamico a Parma “per dire no al razzismo e all’islamfobia”

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Il 27 ottobre ricorre in Italia la XVI Giornata ecumenica del dialogo Cristiano-Islamico, nata nel 2001 in seguito all’islamofobia cresciuta dopo l’attentato alle Twin Towers di New-York.

Anche quest’anno, con il titolo “Il ruolo delle donne nel dialogo interculturale e interreligioso, l’iniziativa coinvolgerà centinaia di associazioni, comunità cristiane e musulmane in tutta Italia. A Roma presso la sede della Camera dei deputati, si terrà l’incontro nazionale organizzato dalla rivista Confronti, a cui parteciperanno alcuni deputati e donne cristiane e musulmane.

Anche a Parma la Comunità islamica e il Consiglio delle Chiese cristiane (avventista, cattolica, metodista, ortodosse) organizzano un incontro venerdì 27 ottobre alle 20.45 al Centro di cultura islamica in via Pietro Campanini 6 (quartiere artigianale di via Mantova). Interverranno la pastora metodista Noemi Falla e la mediatrice culturale Mounia El Fasi, presidente dell’associazione “Donne di qua e di là”.

Nell’appello lanciato per presentare la Giornata, il comitato organizzatore nazionale scrive che “nel quadro del clima sociale che si respira oggi in Italia, la Giornata Ecumenica del Dialogo Cristiano-Islamico è più che mai indispensabile ed è di fronte a una grande sfida culturale e sociale: quella di potenziare il dialogo rendendolo proattivo>>.

Di fronte al razzismo, all’islamofobia, alla paura generata dal terrorismo e alla negazione di un tessuto sociale irreversibilmente multietnico, multiculturale e multireligioso, è fondamentale il contributo di tutti e in particolare delle donne anche se non abbastanza interpellato e incoraggiato. Per questo il tema scelto quest’anno è rivolto a loro, perché molte esperienze e iniziative di dialogo in atto nelle realtà religiose e nella società intera si deve alla creatività e alla resistenza delle donne.

Nella “Lettera agli uomini e alle donne di buona volontà” che precede la Giornata, Karima Angiolina Campanelli scrive: “Se rinunciamo al dialogo non sarà più possibile vivere insieme in un mondo libero, rispettoso delle diversità, dove vi sia giustizia per tutti”.

 

 

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