Punto nascita Borgotaro, M5S: “Salviamoli mantenendoli attivi per parti a basso rischio”

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“Se proprio Bonaccini e Venturi non hanno intenzione di chiedere una nuova deroga per i punti nascita di Castelnovo Monti, Pavullo e Borgo Val di Taro, ed hanno a cuore i territori montani e disagiati come dicono, che almeno accettino di sostituirli con dei centri dove convogliare tutti i parti considerati non a rischio. Si tratterebbe di un progetto pilota, finanziabile con quei 13 milioni di euro che la Giunta ha già annunciato per i tre ospedali dell’Appennino, e che darebbe un importante segnale di attenzione verso quei territori”.

È questa la richiesta del gruppo regionale del MoVimento 5 Stelle avanzata dalla capogruppoRaffaella Sensoli e dai consiglieri Giulia Gibertoni Gianluca Sassi che hanno presentato una risoluzione, una interpellanza e un’interrogazione per chiedere che la Giunta risolva al più presto la grave situazione creata dalla decisione di chiudere i punti nascita di Castelnovo Monti, Pavullo e Borgo Val di Taro.

“Quello che proponiamo è la creazione di un ‘centro’ dove permettere alle partorienti, considerate non a rischio, di dare alla luce il proprio bambino assistite da una struttura apposita ben organizzata che dia garanzia di sicurezza, comfort e adeguata copertura di rischi non preventivabili, che dia maggiori garanzie dei parti a casa, che la Regione tra l’altro sta giustamente incentivando” spiega Raffaella Sensoli.

“Si tratta di un progetto pilota che potrebbe essere definito da linee guida regionali finalizzate proprio alla strutturazione di un percorso che punti sull’integrazione socio sanitaria, l’approccio multi-professionale dell’intervento, l’innovazione e ricerca – aggiunge Giulia Gibertoni – La creazione di questo progetto potrebbe così essere integrato nel piano di investimenti di 13 milioni di euro già programmato dalla Regione per i tre ospedali dell’Appennino interessati dalla sospensione dell’attività del Punti nascita,  puntando anche sull’incremento degli organici che dovranno garantire un futuro stabile e di sviluppo agli ospedali montani e il miglioramento del servizio di emergenza urgenza che vede la disponibilità ventiquattro ore al giorno e sette giorni su sette del servizio di elisoccorso”.

“In questo modo – specifica Gianluca Sassi – si potrà porre rimedio alla scellerata decisione di privare i cittadini di Castelnovo, Pavullo e Borgo Val di Taro, di un importante servizio sanitario, migliorando l’assistenza nel percorso nascita con un’attenta personalizzazione e un accompagnamento delle donne e delle loro famiglie per i parti a basso rischio”.

“Si tratta di una soluzione certamente più sicura di quella che Bonaccini e Venturi oggi hanno trovato – concludono Raffaella Sensoli, Giulia Gibertoni e Gianluca Sassi –  ovvero obbligare le future mamme a percorrere anche 70 km di strade di montagna, in qualsiasi condizione climatica, per far nascere il proprio bambino”.

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