Mobile working: sempre più italiani lavorano da remoto

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Oggi le tecnologie non rappresentano una normale opzione, ma un vero e proprio obbligo con il quale fare i conti: non che sia un male, considerando i tanti vantaggi che l’hi-tech porta alle nostre vite. Dal sociale all’informazione, infatti, non esiste aspetto che attualmente non possa contare sull’appoggio di Internet e del mobile. Ed è proprio il mobile una delle tendenze più gettonate degli ultimi tempi: perché ci consente di connetterci alla rete in qualsiasi momento e da qualsiasi posizione, anche quando viaggiamo o siamo impegnati a fare tutt’altra cosa. Per questa ragione, non stupisce il fatto che device tecnologici come gli smartphone siano sempre più spesso utilizzati non solo per giocare e per navigare su Internet, ma anche per lavorare in rete. È il trend del mobile working.

Mobile working: scopriamo questa nuova tendenza

Flessibilità equivale a produttività, secondo i risultati delle interviste a campione effettuate da Oracle: e nessun device attuale riesce a garantire una flessibilità pari a quella degli smartphone che, come detto, consentono anche di lavorare a distanza e in remoto, con tanti vantaggi rispetto ad altri dispositivi come i laptop. Secondo l’indagine, il 68% dei professionisti utilizza il cellulare per lavorare a distanza, ed il motivo – secondo il 53% degli intervistati – sarebbe legato proprio al fatto che la flessibilità aiuta ad aumentare motivazioni e dunque produttività. Ma va anche specificato che in Italia questo fenomeno sta trovando una serie di difficoltà dovute alla scarsa apertura mentale delle aziende: solo il 24% degli intervistati, infatti, sostiene di lavorare per un’azienda che incoraggia il mobile working.

Altri aspetti relativi al mobile working

Il tempo è comunque destinato a sanare ogni ferita: rispetto a soli due anni fa, infatti, lo sviluppo degli smartphone ha consentito al 56% delle persone di lavorare meglio in mobilità rispetto ad un passato legato al lavoro in remoto da notebook. Dunque per il futuro, anche le aziende sono destinate ad aprirsi alla novità del mobile working. Questo discorso viene testimoniato dal fatto che anche il mercato degli operatori sta cambiando: oggi esistono nuovi player del settore, i cosiddetti operatori virtuali, che cercano di accontentare coloro che hanno bisogno di lavorare da smartphone. Kena Mobile ad esempio propone una serie di nuove offerte per ricaricabili e, dato che appartiene al gruppo Telecom Italia, riesce a garantire la velocità e la stabilità della connessione Internet, aspetto particolarmente utile per chi lavora da mobile.

Smartphone e lavoro: una questione di confini?

Essendo lo smartphone uno strumento facente oramai parte della vita di tutti i giorni, come dovremo organizzarci in futuro, quando diventerà ufficialmente un device indispensabile per lavorare? È ovvio quali saranno le conseguenze: vedere diluirsi sempre più spesso il confine fra vita privata e vita professionale, correndo il rischio di lavorare di fatto 24 ore su 24, essendo sempre reperibili dai clienti. Non stupisce, dunque, che attualmente stiano nascendo diversi dibattiti intorno a questo tema: dovrebbero essere le aziende ad imporre il “distacco” dallo smartphone in senso lavorativo al termine degli orari da ufficio? Oppure dovrebbero essere gli stessi lavoratori a dire “stop” e a fissare certi paletti? Come sempre, ai posteri l’ardua sentenza.

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