Sgominata attività di intermediazione abusiva di criptovalute: 1.9 milioni di euro movimentati e oltre 1600 investitori coinvolti

L'uomo intestava le carte prepagate anche a soggetti deceduti per evadere i controlli fiscali

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Un’operazione congiunta tra la Procura della Repubblica di Parma e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Parma ha portato alla luce un’attività di intermediazione abusiva di criptovalute, in particolare bitcoin, svolta da un soggetto residente nella provincia di Parma.

Le indagini, avviate nel 2021, hanno permesso di ricostruire un giro d’affari di circa 1.9 milioni di euro, movimentati per conto di oltre 1600 investitori dislocati su tutto il territorio nazionale. L’indagato, attraverso un proprio sito web, pubblicizzava la compravendita di criptovalute come strumento di investimento, senza però possedere le necessarie autorizzazioni.

Gli investitori ricaricavano carte prepagate intestate all’indagato o a persone a lui vicine con denaro contante presso uffici postali o esercizi convenzionati. L’utilizzo di numerose carte ricaricabili permetteva di aggirare il limite massimo di accredito annuo di 100.000 euro per singola carta.

Una volta ricevute le somme di denaro, l’indagato acquistava i bitcoin su piattaforme di trading online e li rendeva disponibili sui wallets degli investitori. L’attività di intermediazione era svolta senza alcun sistema di controllo antiriciclaggio, omettendo l’identificazione della clientela, la verifica della provenienza delle somme investite e la segnalazione di operazioni sospette alla Banca d’Italia.

Le indagini hanno portato all’individuazione di soggetti deceduti tra coloro che avevano effettuato le ricariche, a dimostrazione dell’utilizzo della criptovaluta per riciclare denaro proveniente da attività illecite.

L’indagato è stato denunciato per abusivismo finanziario e omessa comunicazione di operazioni sospette. Le indagini bancarie hanno permesso di quantificare in 140.000 euro le commissioni percepite dall’indagato, su cui non sono stati versati i relativi tributi.

Sono state contestate sanzioni amministrative per violazione della normativa antiriciclaggio a 18 esercizi convenzionati per mancata identificazione dei clienti e all’indagato per un importo di circa 1.9 milioni di euro. Inoltre, sono stati accertati ricavi non dichiarati per 170.000 euro a carico di 4 persone fisiche.

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