Omicidio di Alessia Della Pia, niente estradizione per Jella. Verrà processato in Tunisia

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Ha ammazzato di botte la donna che lo aveva amato e aspettato, sopportandone ingerenze e tradimenti. Dopo aver aspettato i soccorsi è fuggito, prima nel sottobosco criminale, poi in Tunisia dove è stato arrestato dopo un anno e mezzo di latitanza.

Si attendeva l’estradizione, per processarlo in Italia: omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà, più altre generiche. In caso di condanna, per lui, pregiudicato per numerosi furti anche violenti e per droga, fuori e dentro dal carcere già da minorenne, possibile ergastolo.

Ma non sarà processato in Italia, Mohamed Jella che nel dicembre del 2015 massacrò Alessia Della Pia, nell’appartamento di Via Dei Bersaglieri, Cinghio Sud. 

I patti di estradizione tra Italia e Tunisia, risalenti agli anni ’60, non prevedono l’estradizione, ma solo che “vengano perseguiti i cittadini che commettano nell’altro stato infrazioni giudicate come crimine o delitto”.

Tutta la documentazione relativa alle indagini preliminari, già chiuse, è stata trasmessa alle autorità tunisine, che tengono Jella, o come davvero si chiama (questo è o pseudonimo che a sempre utilizza in Italia) chiuso in carcere. La richiesta di rinvio a giudizio è ferma: l’imputato ha diritto a presenziare al processo, e difficilmente potrà essere processato due volte per lo stesso reato.

Non resta che attendere decisioni d’oltre mare. E l’eventuale processo. Tenendo la famiglia di Alessia appesa alla paura, di nuovo, dopo la lunga latitanza, di non ottenere la pace della giustizia.

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