Furto d’identità: 46enne nigeriana scopre di essere pregiudicata quando chiede la cittadinanza. Ma si trattava di un alias

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Ha scoperto di essere stata vittima di un furto di identità solo quando ha aviviato le procedure per richiedere la cittadinanza italiana.

La protagonista è una donna nigeriana di 46 anni, residente a Parma, zona via Spezia, in Italia dal 1992, perfettemente integrata in città, sposata, madre, dipendente di un’aienda di pulizie.

La storia – La donna ha avviato le pratiche per la richiesta di cittadinanza nel 2012, senza mai ricevere risposta. Finchè, dopo una lunga serie di solleciti, la cittadinanza le viene negata. “Lei è pregiudicata” – fanno sapere. La donna risulta infatti essere stata condannata a 15 mesi di reclusione per direttissima nel 2006 dal Tribunale di Bologna, pena sospesa, per documenti falsi, dopo essere stata arrestata all’aeroporto Marconi mentre tentava di imbarcarsi su un volo diretto a Stoccolma.

La donna, certa di non aver compiuto alcun crimine, si è rivolta ad un legale che la assiste, fino alla denuncia dai Carabinieri che hanno ricostruito la storia. Nel 1998, alla donna,  alla stazione Termini di Roma, era stato rubato il portafoglio con all’interno un documento di identità, cosa che lei aveva subito segnalato alla Polfer.

Probabilmente poi in quel frangente i suoi dati anagrafici erano stati utilizzati per realizzare un documento falso. Della sua identità si è appropriata una connazionale, di cui si sono perse le tracce e non si esclude che ancora si spacci per la 46enne.

 

Ora al legale il compito arduo di dimostrare l’innocenza della vera “se stessa”, e farle ottenere una cittadinanza, in questo caso, sacrosanta.

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