Ghost Export: rubavano auto a Parma e rivendevano fuori UE. 3 arresti e 9 coinvolti

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La Polizia di Stato – Sezione di Polizia Stradale di Parma e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Parma,  nell’ambito delle rispettive attività volte alla prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio e la fede pubblica, anche per gli ambiti transfrontalieri, hanno portato a termine una vasta indagine,  denominata “Ghost Export”, che ha permesso l’individuazione e lo smantellamento di un sodalizio criminale operante nella provincia di Parma, dedito all’esportazione verso paesi extra U.E. di veicoli industriali, provento di furto o appropriazione indebita in danno di varie ditte sparse su tutto il territorio italiano e operanti nell’ambito dell’autotrasporto, movimentazione terra e noleggio.

Il modus operandi dei malfattori consisteva nell’approvvigionamento di falsa documentazione, facendo uso di dati di veicoli esistenti e già usciti a titolo definitivo dal territorio nazionale,  che venivano attribuiti falsamente a veicoli di eguale tipo e marca, come detto provento di delitto, alterando anche il  numero di telaio. In tal modo si ottenevano dei “doppioni” di veicoli già circolanti in Paesi diversi dall’Italia, facendoli così apparire regolari.

La documentazione utilizzata per le falsità, nella maggior parte dei casi, è stata  rubata in bianco presso pubblici uffici, mentre in altre ipotesi sono stati altresì alterati documenti originali. Tutte le falsità sono state commesse in danno di persone inconsapevoli e residenti  per lo più in questo territorio.

L’indagine, di particolare complessità e difficoltà proprio per i suoi risvolti transnazionali verso Paesi africani, è stata sempre coordinata e diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Parma, Dott. Fabrizio Pensa, ed ha portato all’emissione di tre misure cautelari a carico dei sodali che hanno avuto un ruolo di maggiore rilevanza nell’organizzazione criminale.

Sono stati perciò catturati un cittadino nigeriano, Akingboju, residente a Parma e due fratelli italiani domiciliati da anni in questa provincia; altri quattro italiani e due stranieri sono stati indagati in stato di libertà per essere concorsi nei reati occupandosi del reperimento dei veicoli da riciclare.

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