Leonardi: “Tutte le verità. Il Parma non è fallito per colpa mia”

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Per la serie…chi non muore si risente. O meglio, alla vergogna non c’è limite. Parla ancora Pietro Leonardi, che dopo due anni di silenzio pare aver ritrovato il gusto di stare al centro dell’attenzione, come era abituato.

Questa volta a dargli spazio e parola, il salotto sportivo di Sportitalia. Tanti i temi toccati, dagli acquisti a pioggia fino allo stipendio milionario. Con un solo leitmotiv: “il Parma non è fallito per colpa mia”. 

L’esordio lascia intravedere il poi: “Voglio raccontare la mia verità, era giusto non parlare prima. Dopo i giudizi della FIGC e del Tribunale di Bologna, non posso aspettare il processo di Parma per parlare”.

leonardi

Sulle plusvalenze.  “I 195 milioni sono facili da documentare, fanno parte del mio periodo gestionale. Tutto ciò che riguarda il calciomercato, 137 calciatori compresi, portavano degli utili tra i 15 e i 17 milioni a stagione. Il mio ruolo al Parma era di dg con potere di firma fino a centomila, per la gestione di natura sportiva. Nei 5-6 anni che ero al Parma, questo ha prodotto quanto detto ed e dimostrato. Fino al 16 novembre 2014, la gestione era con situazioni congrue ma in quella data finisce col mancato pagamento degli stipendi. Non lo dico io, ma il Tribunale di Bologna”.

Tribunale di Bologna che, a sentire Leonardi, ha verificato che “la logica del mercato nell’arco temporale ha portato sempre produttività durante la mia gestione al Parma. E’ tutto documentato, non c’è mai stato alcun disavanzo. Questo è il senso del discorso”

Qualche genitore accusa l’ex diggì di aver chiesto soldi per prendere i figli a giocare. “Le famiglie pagavano? Ma a chi? Non mi risulta, non esiste da nessuna parte. Se c’è qualcuno che ha pagato, faccia una denuncia nei miei riguardi. Sono a disposizione”.

ll 30 giugno 2014 ha messo a bilancio due plusvalenze, in modo retrodatato. Non è legale. “L’irregolarità, da questo punto di vista, non esiste. Le vendite di Parolo e Rosi sono state concretizzate. Se ho commesso degli errori, è chi di dovere che deve giudicare…..Ho sempre fatto acquisti a parametro zero, in prestito o modalità simili. Abbiamo gestito tanti anni con i diritti tv e le cessioni dei calciatori, che era un numero compreso sempre tra i 15 e i 17 milioni. Se avessi avuto la possibilità di prelevare un calciatore a sette milioni di euro, avrei lavorato con 40-50 nomi. Per trovare un Sansone, dovevo prendere altri 4-5 calciatori…. E ancora, sui 137 calciatori. Erano 137, ma anche ora ci sono dei club che hanno tanti calciatori a disposizione. Avevamo una collaborazione col Nova Gorica e col Gubbio, di ritorno da queste collaborazioni c’erano tanti calciatori che avevano un valore patrimoniale non indifferente. Possiamo parlare di Mario Rui, Defrel e Lapadula. Ma andiamo avanti, c’erano possibilità di ripianare”.

Pietro Leonardi

C’è un colpevole per il fallimento del Parma? “Avevo la firma fino a centomila euro, non sono io che devo dire chi è il responsabile. C’è un organo competente…….Ribadisco un concetto importante, io ero l’amministratore dipendente. Poi c’è un presidente e proprietario, la responsabilità non devo determinarla io ma chi di dovere. Io ero un dipendente a tutti gli effetti. Ho sbagliato a non andarmene? Perché non mi hanno mandato via, se avevo commesso degli errori perché non sono stato mandato via? Perché avevo realizzato e dato produttività. Lo dicono i numeri, le carte. Non sono soltanto mie parole. Mi dicono che scarico la responsabilità su Ghirardi, ma non lo sto facendo. Stasera avrebbe dovuto esserci anche Ghirardi in collegamento tv con noi, io ho accettato l’invito…. Io arrivai nel 2009, c’è un documento legato al bilancio che era in rosso di 105 milioni di euro. Questo documento è aggiornato al 30 giugno 2009, la posizione debitoria del Parma era questa. Io arrivai nel luglio 2009, ma è tutto documentato. Si può verificare tutto. Non è la mia versione, ma quanto dice il bilancio del Parma al 30 giugno 2009. Quando andai via, la cifra era uguale. In sei anni di gestione, come dice il Tribunale di Bologna, è stata data continuità aziendale”.

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Taçi ha detto che c’erano 240 milioni di debito. Quando faceva contratti, era conscio che faceva il ‘bene’ del Parma? “Quando arrivai al Parma, la situazione debitoria era di 105 milioni di euro. Si sono disputate 6 stagioni e la posizione è rimasta tale, questo significa che la società ha gestito senza aggravare la sua posizione. Già grave nel 2009. Con una serie di acquisti fatta per vendere ogni anno, lavorando sulla quantità. Per indovinare Sansone, per fare un nome, dovevo prenderne cinque. Nel 2007-08 ci sono stati calciatori utili ad aggravare una situazione partita quasi da zero, di conseguenza – con la retrocessione in B – s’è aggravata di più. La mia gestione ha portato a un mercato che si è andato ad ‘autogestire….fino al “problema Europa League” andava tutto bene. E ancora:la trattativa tra Ghirardi e Taçi è stata fatta in modo normale. In autonomia. Io conosco Taçi solo dopo l’accordo tra i due”.

Verità e bugie. Tutto e niente. Una sola certezza: il Parma è fallito, è ripartito dalla D, ha rischiato di vedere la propria storia cancellata, per mesi sono stati portati via frammenti di passato e presente, coppe e marchio hanno rischiato di finire chissà dove.

Ora sta risorgendo, e chi lo ha affondato dovrebbe avere la dignità di tacere. Starsene nel proprio silenzio, radiato da un calcio che ha preso in giro il Parma, ma pare non cambiare mai. Tavecchio promise mai più casi Parma, parole a vuoto, come i ducali, molti ancora.

 

 

 

 

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