Attenzione all’attacco della cocciniglia

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Non solo i pini romagnoli, ma anche i pistacchi siciliani e addirittura la carne sono finiti sotto l’attacco della cocciniglia, un parassita piccolo ma altamente nocivo per le coltivazioni. Per fortuna, esistono dei rimedi, semplici e naturali, per sconfiggere questi insetti.

Negli ultimi mesi si è molto parlato dell’incidenza negativa degli insetti della famiglia Coccoidea, che hanno colpito diverse zone d’Italia, compresa la nostra regione. In particolare, nelle ultime due stagioni estive i pini marittimi e domestici di Milano Marittima sono finiti sotto l’attacco del Crisicoccus pini, specie proveniente dal Giappone mai rinvenuta in Italia.

Il caso in Romagna. Per evitare il contagio di ulteriori piante e la diffusione su più larga scala, i tecnici del Comune romagnolo e gli esperti del Servizio Fitosanitario Regionale hanno messo a punto un piano di intervento, che ha servito a limitare i danni e circoscrivere il problema, che faceva deperire i pini di Milano Marittima, con i germogli che presentavano progressivi sintomi di arrossamento e tendevano a staccarsi con facilità, fino al disseccamento della chioma e alla morte dell’albero.

Piano di lotta biologica. Se questo caso si è risolto con un sospiro di sollievo, grazie all’impiego di tecniche di prevenzione e attacco naturali e semplici, ben descritte sul portale specializzate codiferro.it, altrove la cocciniglia sta invece generando maggiori preoccupazioni. Parliamo della Sicilia, e in particolare dell’allarme lanciato dall’Associazione per la tutela del pistacchio di Raffadali, in provincia di Agrigento.

I pistacchi in Sicilia. I coltivatori, infatti, hanno chiesto l’intervento della Regione Sicilia per avviare le attività preliminari per il piano di difesa fitosanitaria del pistacchio, trovando sostegno nell’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici, che ha spiegato come “l’obiettivo del piano è quello di tutelare e valorizzare questa coltura di grande pregio, legata alla storia e all’identità del comprensorio di Agrigento che interessa numerose aziende ricadenti in un bacino di circa 15 comuni su una superficie coltivata stimata intorno ai 500 ettari“.

Arriva un’altra cocciniglia. Fino a qualche tempo fa, infatti, delle oltre 100 specie d’insetti e acari conosciute al mondo come potenzialmente dannose per i pistacchi, solo quattro erano conosciute ai coltivatori siciliani, tra cui anche alcune varietà di cocciniglia (per la precisione, Saissetia oleae, Ceroplastes rusci e Melanaspis inopinata); nel 2012, però, proprio a Raffadali è stata segnalata la diffusione di una nuova specie spermocarpofaga (Eurytoma plotnikovi), fino ad allora nota solo in Oriente, in altri Paesi del Bacino mediterraneo e in California, dove ha prodotto danni alle produzioni. E così, come detto, l’allerta della Associazione per la tutela del Pistacchio di Raffadali ha portato in queste settimane alla partenza di “un programma di attività che prevede una prima fase di monitoraggio dei principali parassiti del pistacchio nel comprensorio di Agrigento. Successivamente verrà predisposto un piano di difesa fitosanitaria nel rispetto della normativa nazionale”, ha spiegato ancora l’assessore siciliano.

Occhio alla carne. Ma la “paura” della cocciniglia non si ferma qui, e addirittura travalica la coltivazione delle piante: nelle scorse settimane, un servizio della trasmissione Striscia la notizia ha infatti raccontato di una possibile frode alimentare in atto in diverse catene di supermercati della grande distribuzione alimentare presenti in Italia. Sotto accusa particolari salsicce fresche, sottoposte secondo la tesi degli inviati a “trattamenti” speciali per renderle più belle e invitanti: in effetti, dalle analisi effettuate presso il laboratorio di ricerca dell’Università degli studi di Milano è emerso che due terzi dei campioni di salsicce analizzate risultano positive alla presenza di colorante E120, anche in quantità abbastanza elevate.

Un colorante particolare. Questo colorante, utilizzato nell’industria alimentare per produrre un additivo di colore rosso, viene infatti ricavato proprio dal piccolo insetto che si chiama cocciniglia; pur non essendo assolutamente dannoso per l’uomo, il Ministero della Salute l’impiego di questa sostanza non è consentito nelle salsicce fresche, anche perché maschera il reale stato di conservazione della carne fresca.

 

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