Lite a suon di badilate e asce per i confini dell’orto: condannati

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Una contesa sui confini dell’orto è sfociata in una pesante aggressione a suon di colpi di badile, ascia e zappa. Due famiglie, un terreno da contendere.

La rissa è finita sin al Tribunale di Parma, ha portato all’accusa di tentato omicidio, poi derubricata in lesioni volontarie, due uomini e una donna.

I fatti risalgono al marzo 2015 quando un 59enne di origine marocchina, A.E.G., residente a Calestano, in via Fragno, ha deciso di montare una recinzione per definire i limiti del suo terreno. La famiglia, anch’essa di origine marocchina, vicina di casa tuttavia riteneva che l’uomo stesse decisamente sconfinando. Da qui la lite e l’aggressione: padre 59enne, A.A, madre, H.D, e figlio 35enne, Y.A., hanno aggredito il vicino. Il padre avrebbe colpito con una zappa stringendogli poi il collo con il manico dell’attrezzo. Tutti e tre l’hanno colpito al volto con pugni e sassi. Il vicino ne esce con lesioni guaribili in 7 giorni.

Il 59enne si è difeso a colpi di badile e ascia colpendo gli aggressori e provocandogli ferie dai 6 ai 20 giorni di prognosi. La rissa si seda solo all’arrivo di un altro vicino di casa. I Carabinieri sono intervenuti successivamente arrestando i due 59enni per tentato omicidio.

Oggi, 7 dicembre, il giudice Pantalone ha assolto A.E.G., l’uomo che voleva recintare il suo orto, perché spinto da legittima difesa. Condannati invece a 1 anno e 6 mesi di reclusione per il reato di lesioni gli altri tre imputati, padre madre e figlio. La pena è stata sospesa ed è stata revocata la misura di divieto di avvicinamento alla parte offesa.

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