Legambiente e Ghiretti su aumento inceneritore: “Mina credibilità politica”. La replica di Folli

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Molto critici con l’amministrazione di Pizzarotti l’associazione Legambiente e il consigliere Roberto Ghiretti di Parma Unita.

Legambiente sostiene che questa deroga sull’aumento della capacità dell’inceneritore “mina la credibilità della politica di fronte ai cittadini”.

Legambiente:“Solo ad ottobre ci si accorge che l’azienda ha già esaurito la capacità autorizzata? Al Comune di Reggio si chiede di passare dalle promesse ai fatti. Sulla base dell’emergenza di smaltimento di Reggio Emilia, si è provveduto d’urgenza ad aumentare la potenzialità dell’inceneritore di Parma, 30.000 t oltre quella originariamente autorizzata: una possibilità introdotta dal pessimo decreto Sbloccaitalia e contro cui Legambiente si era espressa ad ogni livello.

Lo si scopre solo a fine anno come se, delle amministrazioni comunali e regionale, nessuno sapesse niente. Davvero difficile credere che nessuno fosse a conoscenza che a Reggio Emilia la produzione rifiuti durante l’anno fosse più alta di quella prevista dal Piano. Di certo l’azienda doveva averlo ben chiaro, se nei mesi precedenti ha portato al forno regolarmente quantitativi di rifiuti che hanno saturato in anticipo il quantitativo autorizzato. E’ doveva avere ben chiaro che non si sarebbe “staccato” l’impianto nei due mesi finali dell’anno.

Si tratta quindi di una omissione, che mina la credibilità delle politiche di gestione degli impianti di smaltimento. Soprattutto si passa da un regime dove contano le autorizzazioni, ad uno dove contano le deroghe. Legambiente chiede alle amministrazioni coinvolte -Comune di Parma e Regione – maggiore trasparenza, e che si abbandoni subito il ricorso alle deroghe, perché non diventi scontato un aumento di potenzialità del forno di anno in anno. Ne va prima di tutto della credibilità del Piano Rifiuti e della politica di fronte ai cittadini.

Forti dubbi dell’associazione infine anche sulla voce “ingombranti” a smaltimento che compaiono per la prima volta nella delibera regionale e che non era mai stato previsto andassero ad incenerimento. Un’anomalia anche dal punto di vista tecnico.

Rispetto al territorio di Reggio Emilia infine, é evidente come negli ultimi anni le promesse di interventi virtuosi in campo ambientale sono state molte, mentre i risultati sono al palo. E’ ora che si passi dalle parole ai fatti. La solidarietà tra territori non é mai stata messa in dubbio da Legambiente, ma a condizione che tutti facciano gli sforzi adeguati.

Roberto Ghiretti (Parma Unita): “In una settimana densa di avvenimenti cruciali per la nostra città la notizia è passata un po’ in sordina, ma merita comunque di essere commentata adeguatamente. Mi riferisco all’aumento della capienza dell’inceneritore di Ugozzolo disposta fino al 31 dicembre prossimo dall’assessore regionale Gazzolo.

La nostra contrarietà ad un atto di questo genere penso sia nota, ma vorrei precisare in modo puntuale le motivazioni. Non sono insensibile al tema della solidarietà territoriale, anzi sono convinto che si tratti di un punto sempre più centrale per lo sviluppo delle nostre comunità negli anni a venire, però sono allergico alle bugie e alle promesse tradite. Se qualcuno a tempo debito avesse posto correttamente il tema dell’inceneritore, spiegando che si andava verso una razionalizzazione degli impianti su base regionale forse nel 2012 si sarebbe potuto assistere a un dibattito più interessante e più pertinente al tema. Avremmo potuto valutare, magari insieme alla Regione, se Parma fosse il territorio più adatto ad ospitare un impianto “d’area” come in effetti si aveva intenzione di fare e magari saremmo pure giunti alla conclusione che questa fosse la migliore delle collocazioni possibili e ce ne saremmo fatti una ragione. Questo per me dovrebbe fare sempre una politica virtuosa che punti ad amministrare con saggezza e trasparenza: spiegare con chiarezza e onestà le ragioni delle proprie decisioni, avendo il coraggio di essere magari bocciata dai cittadini, ma sempre senza temerli o, peggio, considerarli avversari.

Purtroppo nel 2012 e prima ancora la politica non ha avuto questo coraggio e si è rifugiata in una promessa oggi evidentemente tradita dai fatti: “l’inceneritore di Parma non tratterà mai rifiuti da fuori provincia”. Io quella promessa l’ho sottoscritta convintamente e oggi sono ancora fermo lì, per rispetto a me stesso e ai cittadini che mi hanno votato.

Dispiace dover constatare che alla fine la campagna elettorale si sia giocata in gran parte su due bugie: da una parte chi prometteva di smontare l’inceneritore, mandarlo in Cina e importare al suo posto il famoso “modello Vedelago”, dall’altra chi prometteva cose anche queste nei fatti non realizzabili. In mezzo i parmigiani, delusi e presi in giro da una politica che anche quando si presenta con gli abiti del rivoluzionario alla fine agisce sempre con gli stessi metodi.

Per questo motivo faccio fatica a considerarmi dalla stessa parte dell’assessore Folli, nonostante su questa vicenda sosteniamo le stesse cose: troppo facile per chi ha disatteso le proprie promesse richiamare altri al rispetto delle loro, troppo facile soprattutto considerando il rapporto ambiguo costruito in questi anni con Iren, passata da “nemico pubblico” a partner prezioso a cui “regalare” anni di rinnovo automatico del servizio di raccolta dei rifiuti e la proprietà della rete del Teleriscaldamento che, secondo l’Autorità Nazionale Anticorruzione, dovrebbe essere pubblica. La mia posizione di contrarietà ai rifiuti da fuori provincia potrà magari essere tacciata di ingenuità ma non di incoerenza e questo per me è ancora un valore fondamentale”.

LA REPLICA DELL’ASSESSORE FOLLI- Anche a seguito del comunicato di Legambiente intervenuta recentemente sul tema dell’autorizzazione in deroga data dalla Regione per l’incremento di capacità dell’inceneritore di Parma, ci preme precisare che il Comune di Parma sta verificando con l’aiuto di consulenti incaricati la conformità degli atti rispetto a quanto previsto dall’Autorizzazione Integrata Ambientale ed i possibili correttivi da proporre in futuro affinché questa situazione non si ripeta rispetto ad una pianificazione che dovrebbe prevedere con largo anticipo eventuali anomalie dei flussi in ingresso al Paip.

Per questo verrà chiesto agli enti competenti che nei report mensili che spesso ci giungono con qualche ritardo direttamente dal gestore, una maggiore tempestività nella trasmissione degli stessi e pure che siano distinti i flussi di rifiuti urbani provenienti dalla Provincia di Reggio Emilia rispetto a quelli di Parma, al fine di essere più precisi nell’individuazione delle cause di eventuali futuri scostamenti.

Si fa presente altresì che, il citato incremento dei rifiuti ingombranti rispetto alle attese non risulta essere causato, se non in minima parte, dal Comune di Parma che vede a settembre 2015 una produzione totale di rifiuti ingombranti di 1.943 tonnellate rispetto ad un complessivo 2014 di 2.399 tonnellate, in linea dunque se non di poco superiore ai dati dell’anno precedenteAnalizzando poi ulteriormente i dati forniti si evidenzia che: la produzione di rifiuti urbani indifferenziati della provincia di Parma, nella stima regionale per il 2016, è diminuita rispetto alle previsioni del Piano;  la produzione di rifiuti urbani indifferenziati della provincia di Reggio Emilia, nello stesso periodo è aumentata rispetto alle previsioni del Pianoil bilancio complessivo tra le due province determina comunque un leggero decremento della produzione di rifiuti urbani indifferenziati.

Nel resto della regione vi sono stati incrementi nella produzione di rifiuti indifferenziati che non hanno determinato problemi di adeguamento delle capacità autorizzate in quanto queste ultime sono “sovrabbondanti” rispetto alla produzione, Parma invece si è battuta – e manterrà questa posizione – per non incrementare la capacità autorizzata alla “saturazione del carico termico”. Si evidenzia infine che il sistema di monitoraggio dei flussi è partito in ritardo rispetto alle necessità (la delibera regionale è del primo di agosto 2016), ci auguriamo che dopo un primo periodo di assestamento il sistema sia allineato rispetto alle necessità di controllo tempestivo dell’andamento.

Diventa dunque sempre più di attualità la richiesta avanzata alla Regione lo scorso 7 luglio dai 5 sindaci dei comuni di Sorbolo, Colorno, Torrile, Mezzani e Parma per la costituzione di un Osservatorio che veda allo stesso tavolo i Comuni, Regione, ARPA, ASL, ISS e rappresentanti delle associazioni ambientaliste, per cui si è in attesa di una convocazione per definirne perimetro di azione, responsabilità e ruolo nella convinzione che questo strumento possa garantire la massima trasparenza nella comunicazione alla cittadinanza di tutte le tematiche inerenti all’impianto di incenerimento situato nel Comune di Parma”.

 

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