Giallo di Vicolo San Moderanno, si indaga per lesioni volontarie aggravate

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C’è una svolta, nel mistero di Vicolo San Moderanno (RILEGGI LE TAPPE DELLA VICENDA). Quello che inizialmente pareva un incidente stradale, con la donna franata a terra dopo essersi attaccata all’auto per non lasciarla partire, e l’autista indagato per lesioni colpose, assume ora sfumature più inquietanti.

Se ancora ci si chiede cosa facessero e abbiano fatto i due uomini di origine e provenienza toscana, 60anni suonati da un po, in città e in Vicolo San Moderanno 6, a casa della vittima, una 56enne moldava tuttora in coma farmacologico e prognosi riservata, prendono forma le loro responsabilità su quanto accaduto alla donna.

O meglio, su quanto ha causato alla 56enne un profondo trauma cranico e facciale, figlio di una botta violentissima sui sampietrini ancora imbevuti di sangue.

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Sull’uomo che era alla guida dell’auto infatti, inizialmente indagato per lesioni colpose dopo aver sentito la sua versione dei fatti, pende ora l’accusa di lesioni volontarie aggravate. Quindi la donna non si sarebbe attaccata all’auto, cadendo accidentalmente, ma le indagini dimostrano che lui avrebbe fatto una manovra brusca per urtarla e/o farla cadere? 

E come si mette la posizione dell’amico, inizialmente considerato solo testimone della caduta? Se avesse mentito per “coprire” l’amico, anche la sua posizione di aggraverebbe.

Domande che forse, nei prossimi giorni, troveranno risposta, in attesa che la 56enne sia in grado di parlare, e raccontare la propria verità, ponendo qualche punto fermo alle indagini.

 

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