Parma non è la città dei ricchi

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Signorile e ordinata, Parma nell’immaginario collettivo è la città dei ricchi, ma le cose, nella realtà, sono molto diverse. Certo non mancano le persone benestanti che hanno retto al peso della crisi senza troppi danni, sebbene abbiano dovuto ridimensionare le loro spese, ma per una persona abbiente ce ne sono tante altre che hanno poco o nulla.

Le ultime notizie pervenute dicevano che l’economia della regione era data in ripresa, il che è anche vero, il primo trimestre del 2016 si era assestato con dei segni in positivo per quanto riguarda la produzione, ordini e vendite, soprattutto grazie alla domanda estera, con una crescita dello 0,5% rispetto all’anno precedente nel medesimo periodo. Non andavano benissimo le cose dal punto di vista dell’occupazione, che non dava segnali confortanti. Secondo Unioncamere Emilia però la piccola ripresa, in un clima generale, era alle porte. Era anche cresciuto il credito alle famiglie, sia come erogazione di mutui che come richieste di finanziamento, anche di un semplice prestito 500 euro utilizzato per lo più per far fronte a spese non programmate.

Ma poi bisogna fare i conti con il dettaglio, bisogna andare di città in città per verificare lo stato reale di questa acclamata ripresa. Uno sguardo più approfondito e attento mostra come, anche a Parma, i problemi ci siano e siano anche di un certo spessore. Ci si deve spostare alla mensa di Padre Lino, la mensa interna alla chiesa di Maria Santissima Annunziata, per vedere anche sotto il sole di luglio una lunga fila di persone che attendono con diligenza di essere servite. La fila è per avere un pasto caldo. Sono tanti, e sono tutti casi verificati dalla Caritas di Parma che ha attestato le effettive necessità di ciascuno.

Poveri. Questi sono i nuovi poveri e non si tratta solo di cittadini non comunitari, ma anche di chi a Parma è nato e ci ha sempre vissuto. Grazie all’accordo stipulato con Conad, che mette a disposizione i prodotti alimentari, i volontari riescono a realizzare menù variegati tutti i giorni. Per ora sono circa 140 i pasti quotidiani, un numero che di per sé fa impressione e che si spera possa diminuire perché qualcuno ha trovato un posto di lavoro.

 

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