Katia, morta a 42 anni. “I suoi organi faranno vivere altre persone”

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Katia Mellini è morta a 42 anni all’Ospedale Maggiore di Parma per un’emorragia cerebrale. Originaria di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, nel 2011 era stata sottoposta al trapianto del midollo osseo nel centro specializzata di Pescara.

Direttore all’epoca era il professore Paolo Di Bartolomeo che con un emozionante post pubblicato su Facebook ha ricordato la sua paziente. Di lei scrive che aveva una missione: quella di dare vita agli altri. Katia era infatti diventata donatrice a ottobre 2023, in occasione del suo matrimonio, Katia rinunciò alle bomboniere e donò tutto l’equivalente all’Associazione donatori di midollo osseo Abruzzo; e dopo la sua scomparsa, i suoi organi sono stati donati.

La donna era affetta da talassemia (nota anche come anemia mediterranea), una malattia del sangue, diagnosticale nel 1986 all’Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova. Solo alla fine del 2010, racconta Santarone, la donna, che fino a quel momento aveva ricevuto 216 trasfusioni di sangue, aveva deciso di rivolgersi all’Unità di Terapia Intensiva Ematologica (Centro Trapianti) di Pescara.

Il 12 maggio 2011, finalmente Katia era stata sottoposta a trapianto di midollo osseo allogenico. Il decorso post-trapianto era stata molto buono; nei mesi e negli anni seguenti la paziente era perfettamente guarita. Ma la mattina del 31 dicembre 2023 è stata colpita da una cefalea molto intensa. A causa di una vasta emorragia cerebrale, è finita in Rianimazione, a Parma, in coma. Le sue condizioni si sono aggravate ulteriormente, fino alla morte cerebrale.

Qualche giorno è stato dato l’okay dei familiari al prelievo degli organi: il fegato è andato Modena, i reni a Parma, mentre le cornee sono state depositate nella banca delle cornee e ridaranno la vista ad altri pazienti. “Lei aveva ricevuto la vita dalla donazione del midollo osseo e voleva ridare la vita a qualcun altro che ne aveva bisogno” scrive ancora Di Bartolomeo.

“L’aspetto scientifico rilevante della vicenda è che,  – spiega il professore – nonostante quasi 10 anni di trasfusioni di sangue e un trapianto di midollo osseo, gli organi di Katia sono stati riconosciuti idonei per eseguire i relativi trapianti. Matteo e i genitori di Katia da parte loro hanno manifestato il proposito di fare una donazione all’Admo Abruzzo (Associazione Donatori di Midollo Osseo) per sostenere la ricerca nel campo dei trapianti di midollo osseo, una iniziativa questa di assoluto valore umano, lodevole sotto ogni punto di vista.  Ricorderò Katia come una persona speciale, sempre con il sorriso sulle labbra, bella fuori e soprattutto bella dentro. Ciao Katia, riposa in pace”.

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