“E’ gradita la camicia nera” – così la presentazione di un libro si trasforma in evento

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Era una cena che sarebbe forse passata inosservata, frequentata e gradita solo da simpatizzanti, iscritti e curiosi, perché in fondo, anche questa è cultura e non necessariamente bisogna essere “fascisti 3.0” per ascoltare le ragioni di tutti.
Ma la levata di scudi della sinistra ha reso una cena – presentazione organizzata al Bastione, sede di Casa Pound Parma, una sorta di evento.
Inizialmente, questo era l’invito, pubblicato sulla pagina social dell’organizzazione.
“Questo sabato al Bastione avremo il piacere di ospitare Guido Taietti di Progetto Razzia, per la presentazione del suo ultimo libro “Enciclopedia della politica underground”. Libro edito da @altafortedizioni. A seguire cena in perfetto stile ‘22″.
Chi non segue la pagina, chi detesta Casa Pound, probabilmente, nemmeno ne sapeva nulla.
Per la cronaca, e dalle cronache dell’epoca, Guido Taietti è un militante di spicco di Casa Pound nel Bresciano, condannato a oltre sette anni per episodi di violenza legata a una partita di calcio.
Dalle cronache dell’epoca – “Guido Taietti, esponente di spicco di Casapound, residente a Pontevico è stato condannato a 7 anni e due mesi di reclusione. Si tratta della pena più pesante inflitta nel processo per i violenti scontri scoppiati il 18 gennaio del 2015 nel piazzale del Foro Boario di Cremona dopo il match tra la Cremonese e il Mantova che vedeva imputate 17 persone. Il collegio dei giudici non ha ritenuto sussistere il reato di tentato omicidio di cui erano accusati i due leader di Casapound Gianluca Galli e appunto il 33enne Guido Taietti per i quali il pm Lisa Saccaro aveva chiesto la pena più alta, 8 anni”.
Dopo il ricorso in Appello, poi in Cassazione e Appello Bis, Taietti è stato condannato a soli due anni e sei mesi per rissa aggravata e prosciolto da ogni altra accusa poiché “il fatto non sussiste”.  Un evento comunque, al netto di quanto possa essere ritenuto esecrabile, più legato alla sfera “calcistica” che a quella politica.
E chissenefrega, verrebbe da dire. Siamo in democrazia, a dispetto di Casa Pound stessa, ognuno scrive ciò che gli pare, e ognuno si riserva di leggere ciò che ritiene opportuno.
Ed ecco la levata di scudi che ha reso una cena quasi sotterranea un evento.
La nota del Pd – “Parma, Medaglia d’oro per la Lotta di liberazione e la Resistenza non può accettare che il prossimo 28 ottobre si svolga un raduno di “camerati” in “camicia nera” , di chiaro stampo fascista, e oltretutto a sostegno di militanti neofascisti. Già nei giorni scorsi erano comparsi manifesti abusivi di contenuto razzista affissi da gruppi di estrema destra: con questo raduno è evidente la volontà di promuovere l’ideologia fascista, potendo peraltro contare, purtroppo, anche su atteggiamenti di legittimazione da parte della destra istituzionale parmigiana.
A 80 anni dall’inizio della Resistenza, questo è un affronto alla storia democratica della nostra città. Siamo tutti chiamati a vigilare con rigore sulla recrudescenza di sentimenti fascisti, razzisti e antisemiti che non riguardano certo la grande maggioranza dei cittadini ma che possono ancora fare breccia soprattutto tra le giovani generazioni e non devono quindi essere in alcun modo sottovalutati da nessuno”.

 

La nota dei sindacati – “Ancora una volta si leva lo sdegno di Parma democratica e antifascista alla nuova e grave provocazione fascista. Ancora una volta uniti, contro la recrudescenza del pericolo fascista.

Il preoccupante e pericoloso raduno di “camerati”, previsto per il prossimo 28 ottobre, in concomitanza con l’anniversario della marcia su Roma, invita celatamente ad indossare la “camicia nera” mediante l’utilizzo ingannevole del titolo di un libro antifascista. Evento che impunemente si promette di raccogliere fondi a sostegno di militanti neofascisti, viola la memoria della nostra città Medaglia d’oro al valor militare per la lotta di Liberazione e la Resistenza, e deve essere denunciato e avversato.

Associazioni di questo tipo, per quanto mascherate dietro il fantomatico ruolo di promotrici culturali, restano organizzazioni fasciste e razziste che promuovono un pensiero autoritario e contrario ai dettami della vita democratica. E la Parma democratica non può permettersi di essere ingannata da chi maschera l’essere “fascisti del terzo millennio” con la definizione di “iniziativa culturale” con urla sguaiate di richiami al passato più nefasto della nostra storia.

Oltre al dovere di vigilare su ogni tentativo di rigurgito di ogni fascismo, sarà netto e fermo il contrasto verso tentativi volti a riscrivere e confondere le verità storiche relative alle responsabilità di coloro che in quegli anni tragici ci avevano consegnati fantocci al nazismo.

Non ci sarà l’oblio della generazione dei testimoni, ci faremo noi tutti testimoni, cittadini che curano la memoria della nostra sapiente democrazia, che da ottant’anni ci insegna che il fascismo è un crimine, non un’opinione.
I fascisti a Parma, per quanto si nascondano, non sono graditi”.

Pronta, sarcastica, la replica di Casa Pound, affidata anche sto giro ai social, in tre parti.

La prima:  “Ma povero Berizzi! È venuto a Parma a presentare il suo libricino e vi siete presentati in quattro gatti ad ascoltarlo nonostante si sia anche giocato la carta del vittimismo.

Adesso che usiamo goliardicamente il suo titolo non lo riconoscete nemmeno. Tra l’altro abbiamo fatto la stessa cosa l’anno scorso ma voi dormivate. Sappiamo che i vostri ambienti non spiccano per intelligenza ma almeno sforzatevi di leggere anche solo i titoli dei capolavori che sfornano le grandi menti della sinistra.
Comunque potete stare sereni: continueremo sempre a vestirci come ci pare”.
E ancora “Berro, vogliamo una percentuale sui libri venduti nel week end”.
Tradotto? Il buon vecchio, compianto ma anche no, Benito Mussolini diceva “Purché ne parlino”. Missione compiuta, bravi i suoi presunti allievi. 

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