20° Musica in Castello, Bobo Rondelli alla Charlie Chaplin fa sorridere Sorbolo

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(da www.stadiotardini.it) – L’ultimo appuntamento di Musica in Castello, prima della meritata sosta che coincide con la prima decina di agosto, è andato in scena ieri sera, domenica 30 luglio 2023, a Sorbolo Mezzani, per la precisione nel primo dei due comuni fusi, nella Piazzetta del Centro Civico comunale, con applaudito protagonista Bobo Rondelli, di natali livornesi (e si sente), ma emiliano di origini (pure).

Ad introdurre la performance del cantautore – che un po’ ci ricorda, per testi, introduzioni ed esecuzioni, il Tarson degli Stiron River, purtroppo scomparso prematuramente una decina di mesi fa – dal titolo Forse che si, forse che no – gli organizzatori di Piccola Orchestra Italiana il direttore artistico Enrico Grignaffini e la fida Nicoletta Simoncini – ed il saluto istituzionale dell’amministrazione comunale, rappresentata dal Sindaco di Sorbolo Mezzani Nicola Cesari e dall’assessore Cristina Valenti (deleghe a cultura, politiche giovanili, legalità, rapporti con le associazioni e comunicazione).

Enrico Grignaffini sottolinea come Sorbolo Mezzani per Musica in Castello sia “una certezza. Qui noi ci stiamo molto bene: i volontari vengono sempre volentieri perché qui Claudia e il suo staff ci coccolano da matti…”. Una tavola imbandita ha accolto tutto l’entourage: lo stesso Bobo Rondelli svelerà poi il menù (tortelli, supponiamo noi, d’erbetta, anche se non abbiamo la prova provata). Nicoletta Simoncini ricorda come il format del 20° della kermesse si sia rimpinguato: “Sono nate nuove esperienze all’interno di Musica in Castello: Libri in Castello, Storie in Castello, quindi teatro per ragazzi. Finiremo le nostre 46 date il 14 settembre con 3 spettacoli all’interno di teatri. Non c’è cultura senza amore e relazione con il territorio…”.

Musica in Castello, come sottolineato dal direttore Grignaffini, può mantenere l’accesso gratuito agli spettacoli grazie alle sinergie con le municipalità e il fondamentale apporto degli sponsor (i main sono Conad ed Europool): “Per noi è un valore aggiunto poter mantenere le collaborazioni con le rassegne importanti tipo questa – afferma l’assessore Valenti -: Musica in Castello dimostra di esserlo anche per aver raggiunto la maggiore età, ed è sempre bello quando ci si ritrova alla conferenza stampa di presentazione, vedere i tanti comuni rappresentati che condividono la fiducia in questo progetto, anche se magari battibecchiamo un po’ in sede di organizzazione…”. “…Ma è perché vogliamo sempre i migliori, come è nel caso di stasera – si intromette il Sindaco Cesariche ha portato qui a Sorbolo anche tantissime persone di fuori, cosa che da un certo punto di vista mi fa un po’ arrabbiare perché vorrei più sorbolesi qui presenti, ma è molto bello sapere che c’è chi viene apposta a Sorbolo per la qualità degli eventi, e questa sera ne abbiamo un grande esempio…”

L’altro aspetto fondamentale di Musica in Castello è il supporto che il pubblico, chiamato a libera offerta, offre alla causa di Pangea Onlus: “Abbiamo sposato questa causa quest’anno – spiega Nicoletta Simonciniperché sentivamo importante portare nelle piazze il sostegno alle donne vittime di violenza domestica, perché i numeri sono impressionati: una donna su tre ed un bambino su cinque. Serve, dunque, una rete di professionisti che sappiano ascoltare ed accogliere le donne che fuggono dalle loro case anche di notte, come avviene quando si scappa da un contesto di guerra. Grazie a Pangea queste donne coi loro bimbi vengono accolti in case rifugio confiscate alla mafia. Insomma: un circuito virtuoso che si crea grazie al contributo di chi ci segue e siamo arrivati finora a poco più di 11.000 euro raccolti: speriamo di fare ancora di più per accompagnarle verso una nuova vita. Perché siamo tutte e tutti Pangea.

Il look con cui Bobo Rondelli si presenta sul palco ricorda molto Charlie Chaplin: è lo stesso artista ad ammetterlo, ad un certo punto, attirando l’attenzione su quei baffetti che Charlot condivideva pericolosamente con un certo grande dittatore – tale Adolf Hitler – che avrebbe perculato in una pellicola statunitense del 1940: canottiera da muratore nera, pantalone largo a completare l’opera, senza dimenticare il ciuffo. Non si sa se sia una scelta di scena o di vita, anche se, visto lo scomodo altro baffetto citato in ballo, potrebbe presto raderli… Del resto uno che è nato e vive a Livorno, con un certo tipo di antenati di cui parleremo poi, è capibile che possa non sentirsi a proprio agio con certe somiglianze…

La band che lo accompagna sul palco sono i suoi amici di sempre, Claudio Laucci al piano, Simone Soldani alla chitarra e Daniele Padovani alle percussioni: a parte qualche rara uscita, su cui lo stesso cantautore celia (“Ieri eravamo a suonare e c’erano a vederci cinque sei persone, uno alla fine ci ha ringraziato perché vedendo noi ha capito che c’è qualcuno più disperato di lui…”) quello di ieri a Sorbolo rappresenta il ritorno sul palco di Bobo Rondelli dopo la brutta disavventura di un ictus che lo aveva colpito poco prima di natale scorso, costringendolo ad annullare tutte le date in programma.

L’accidente, per fortuna, è ora del tutto superato: lui ci scherza su, soprattutto utilizzandolo come giustificazione per il fatto di non ricordarsi degli uomini, mentre le donne (ha sempre avuto una certa passione per il marchio della Renault, alcune volte esposto dal palco anche durante la serata…), quelle no, non se le dimentica proprio. Anche se la prima canzone che ci fa sentire si intitola: “Ti amo quando non ci sei” quasi, al contrario, voler prenderne un po’ di distanza…

Scherzando più coi santi che non coi fanti, il nostro si proclama non credente, anche se, dopo l’ictus, un pensierino ce lo sta facendo… (si sa mai…). In un brano – inno alla giovinezza – c’è il ricordo delle messe seguite da ragazzino “perché nelle periferie livornesi i bambini – avevamo i pantaloni corti, anche a dicembre… – tutte le domeniche, andavamo a messa e c’era questo prete che faceva venire du paia de coioni… fino alla frase bellissima che mi ricordo ancora: la messa è finita andate in pace… Il sacerdote ci diceva: venite a messa e si apriranno per voi le porte del paradiso, dell’amore. Un mio amico mi diceva allora: sai qual è la porta del paradiso? E’ questa… (appunto il simbolo della Renault di cui sopra…, nda): se vieni con me lo trovi subito il paradiso… Io penso che il religioso debba vivere la sua religione senza rompere i coglioni a nessuno… Credo in un dio che rispetti il fatto che io non creda in lui…”

Un’altra poesia musicale è dedicata “a tutti gli immigrati che vengono qui in Italia, per bisogno di mangiare, perché noi gli abbiamo mangiato tutta l’Africa, forse bisognerebbe considerare questo fatto con un’altra visione, ossia mettendoci noi al loro posto, mai pensare sempre a se stessi e alle nostre fottute macchine ogni anno sempre più belle, o il telefonino 14 che fa le foto sottacqua: fammi la foto a questa mia minchia…”. Tematica che Bobo sente particolarmente perché: “Mio padre emiliano era venuto a Livorno, perché a quei tempi c’era un po’ più di lavoro, quindi anche lui era un emigrato che non conosceva nessuno…”

Non solo il papà emigrato: Bobo Rondelli ha ben presente le sofferenze della mamma, grande lavoratrice, molestata dal principale, che solo in punto di morte gli confessa questa piccola storia ignobile… “Mia madre senza terra andava a lavorare da un uomo con la terra: e mentre lavorava, faceva anche 10-12 ore al giorno, veniva pure infastidita dal padrone. Me lo ha detto prima di morire con una vergogna che si era tenuta sempre dentro. Anche perché se fosse andata dal prete, questi l’avrebbe accusata di aver provocato quel pover uomo, eccitandolo mentre prendeva la frutta dalla terra. Mamma è morta con questo cruccio, e magari me l’ha detto per spingermi a scriverne una canzone, anche se non serve a niente… Questa canzone l’ho scritta così la gente si commuove – tutti abbiamo una mamma – e compra il disco e così io sfrutto mia madre anche dopo la sua morte: quello per la madre è proprio un amore eterno…”

Dal supposto rifiuto di Andrea Bocelli di cantare con lui Bella Chiappona, (alla mail con la proposta indecente avrebbe risposto col diniego la di lui consorte) ad altre dissacranti gag, lo spettacolo fila via che è un piacere divertendo grandi e piccini, alcuni di loro davvero entusiasti, come quello che, a torso nudo e brache corte, alla fine, salirà sul palco per farsi autografare un cd, che poi lui gli regalerà in cambio della suonata in accompagnamento con una mini percussione che gli aveva affidato a sorpresa. Infine, come buonanotte o bis, una ballata dedicata ai propri avi…

“Dietro a Bobo mi nascondo, ma mi porto dentro Berto, zio di mio padre, fratello di mio nonno, del quale porto il nome, io secondo genito, per tradizione. Emiliano, contadino, scapolo, mezzo scemo del villaggio, uomo mite e povero, sgonfiatore di damigiane, sempre in mezzo alle risse e alle puttane… Ma una sola era la sua morosa preferita, la Caterina, una donna tonda, ubriacona, che lui dal paese, gonfio di vino, caricava sulle spalle, per portarla nelle stalle. E quando nel tragitto lei gli diceva Berto vado a pisciare, lui neanche si fermava e così le rispondeva: piscia pure, basta che non caghi. E così, con questa precisazione, lei, rilasciava sulla giacca il suo odore e il suo calore come un vino, che dal consumatore ritorna al produttore, come una gatta che va a segnare il suo territorio animale…
Mio nonno Giuseppe, suo fratello, era tornato dall’America dove era andato a far fortuna per dieci anni, giù in miniera, per morire, poco dopo il suo ritorno, di silicosi, perché si era andato a comprare un po’ di terra ed un mulino, per non aver bisogno di nessuno, specie della tessera del fascio per dover mangiare, perché il mulino, del mangiare, ne dava…
L’Emilia, in Appennino, è una terra dura, in salita, piena di sassi, che forgiava uomini rozzi e grossi e poi con la guerra fu ancora più dura, perché lì passava la cosiddetta Linea Gotica: i tedeschi in ritirata, come bestie impazzite, rastrellavano ed ammazzavano famiglie intere, fra cui parte della mia: ed è così che toccò anche a Zio Berto che col mitra puntato obbligarono a caricare sacchi di varia roba sui loro mezzi e lui, mentre caricava, con la rabbia, forse nascondendo la paura, così mugugnava e bestemmiava… porco… boia, catven’a un cancor in boca, boia d’un mond lador, anche se te me mas le listes, ma cosa vulè da me…
Non finì il calvario che prima lo fucilarono ed è così che lo voglio ricordare, come uno che bestemmiava perché la vita era troppo ingiusta e dura e che forse quel giorno sarà stato pure male e non c’aveva voglia di arrivare a sera, quasi indifferente persino agli assassini, così per non voler dare loro nemmeno una soddisfazione, chissà forse volendoli anzi ringraziare di liberarlo da una vita di letame, le mosche e il sole, contro un dio in cui neanche credeva, ma se dio c’è e mi ha messo lì è certo che dio lo perdono e magari gli chiedo pure scusa…
Ed è così che dietro Bobo mi nascondo, ma dentro porto Berto…”(da www.stadiotardini.it – 
Foto di Michele Bussolati)

Musica in Castello osserva ora alcuni giorni di vacanza: questo il programma alla ripresa (inizio spettacoli ore 21.30, ingresso libero con offerte devolute a Fondazione Pangea )

giovedì 10 agosto 2023, a Sabbioneta (MN) in Piazza Ducale, I LUF in “Tornando al monte – Verso un altro altrove”
venerdì 11 agosto 2023,
a Salsomaggiore Terme (PR) nella Pinko Arena di Parco Mazzini: A. LEONI al piano, P. CASSANELLI alla chitarra, J. TONINELLI al basso, L. BADIALI alla batteria in The Second Side of ‘Round Midnight – “Il jazz di Monk e Nichols”
sabato 12 agosto 2023, a Salsomaggiore Terme (PR) nella Pinko Arena di Parco Mazzini: FRANCESCO BEARZATTI al sax con A. Turchet al contrabbasso, L. Colussi alla batteria: The Bears
domenica 13 agosto 2023, a Salsomaggiore Terme (PR) nella Pinko Arena di Parco Mazzini: SERGIO CAPUTO TRIO in Buon compleanno “Un Sabato Italiano”
lunedì 14 agosto 2023, a Salsomaggiore Terme (PR) nella Pinko Arena di Parco Mazzini: ENRICO RAVA alla tromba e al flicorno, M. Paggi al trombone, F. Diodati alla chitarra, F. Ponticelli al contrabbasso, E. Polidoro alla batteria in The Fearless Five
mercoledì 16 agosto 2023, a Castelnuovo Magra (SP) nell’area Castello dei Vescovi di Luni: MÉ, PÉK E BARBA in “Voodoo Padano – 20 anni di “niù folk” tra l’Emilia e l’Irlanda”

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