Che impatto hanno le email sul nostro benessere psicologico?

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Il concetto di benessere psicologico è stato oggetto di studio fin dall’antichità, poiché rappresenta un concetto articolato e complesso. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il benessere psicologico come una condizione in cui l’individuo è in grado di utilizzare le sue capacità cognitive ed emotive, svolgere un ruolo attivo nella società, soddisfare le esigenze quotidiane, instaurare relazioni mature e soddisfacenti con gli altri, adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente e risolvere conflitti interni ed esterni.

In sintesi, il benessere psicologico richiede un equilibrio tra le esigenze della persona, le risorse a disposizione per soddisfarle, la capacità di relazionarsi con gli altri e con se stessi e la capacità di adattarsi alle sfide che la vita presenta.

Ma se parliamo di email, che impatto possono avere queste sul nostro benessere psicologico? L’argomento ha suscitato molto interesse, tanto da svolgere alcuni studi mirati proprio alla comprensione dell’impatto psicologico che provoca ricevere e rispondere alle mail. Vediamo cosa è emerso!

La correlazione tra email e stress

Chi si occupa di direct email marketing a livello professionale, come Across, cerca da tempo di ottimizzare il numero delle email inviate. Ma è vero che ricevere e rispondere alle email, causa uno sovraccarico mentale ed emotivo eccessivo? Alcuni studi condotti negli anni sembrano chiarire la questione!

Aumento della risposta allo stress

Il professor Jackson (2010) ha condotto uno studio per indagare l’associazione tra la lettura delle mail e lo stress, dimostrando come anche solo la visualizzazione della casella di posta possa aumentare significativamente il livello di stress. Questo si verifica quando ci si trova a dover affrontare un grande compito o molteplici compiti con una quantità di energia non sufficiente per farvi fronte.

Nel passato, gli agenti stressanti erano rappresentati da situazioni come l’incontro con un animale affamato nella foresta. Oggi, invece, la nostra percezione degli agenti stressanti è cambiata e anche la lettura delle mail, che sembra un’azione innocua, può scatenare una risposta di allarme e attivazione fisiologica. Ricevere troppe mail può indurre la sensazione di essere sopraffatti da molteplici compiti.

Lo studio condotto dal professor Jackson ha dimostrato che la lettura delle mail è associata ad un aumento della risposta allo stress, misurata attraverso il battito cardiaco, la pressione sanguigna e il cortisolo (l’ormone dello stress). Lo studio è stato effettuato su un campione di 30 impiegati del Governo inglese e ha dimostrato che il battito cardiaco e la pressione sanguigna aumentavano soprattutto durante la lettura e l’invio delle mail. Inoltre, quando ai partecipanti è stato chiesto di non controllare le mail per un giorno intero, il livello di cortisolo è notevolmente diminuito.

Risposta emotiva negativa

Spesso dimentichiamo che non è solo il numero di mail che riceviamo ad aumentare il nostro livello di stress, ma anche l’impatto emotivo che ciascuna mail ha su di noi. Tra tutte le mail che riceviamo ogni giorno, almeno una porta con sé un forte carico emotivo, come ad esempio le critiche da parte di un collega o uno scambio incalzante di lamentele o problemi.

La risposta allo stress è una funzione adattiva che ci aiuta ad attivarci e a gestire le situazioni quotidiane, ma gli esseri umani sono “programmati” per affrontare una richiesta alla volta, non tutte insieme contemporaneamente. Anche solo controllare le mail seduti alla scrivania con una tazza di caffè in mano può portare a numerosi eventi stressanti che conducono ad una attivazione emotiva negativa.

Ricevere una mail urgente dal proprio capo, un messaggio ambiguo e aggressivo da un familiare o scoprire che un collega è ammalato e va sostituito, sono solo alcuni esempi di come una sola ora di mail possa farci provare una miriade di emozioni. Certo, ci sono anche mail felici, come le foto dei nipotini o l’annuncio del matrimonio di un amico, ma alcune ricerche hanno dimostrato che il nostro cervello rimane maggiormente colpito e ancorato alle notizie negative, non bilanciandole con quelle positive.

Il ruolo dell’amigdala e della corteccia pre-frontale

Quando ci troviamo di fronte a situazioni nuove e complesse, dobbiamo cercare di adattarci nel modo più adeguato possibile. In questi casi, il nostro organismo reagisce fisiologicamente al fattore stressante, innalzando la frequenza cardiaca e la pressione, aumentando la tensione muscolare e la liberazione di cortisolo, mentre diminuisce la secrezione salivare. Questa reazione permette all’organismo di mobilitare tutte le energie necessarie a fronteggiare l’evento.

L’amigdala, l’area del cervello deputata alla paura e all’ansia, è quella che si attiva principalmente in questi casi. Tuttavia, se questa area rimane attiva per troppo tempo, tende a prendere il sopravvento e a indebolire altre parti più evolute del cervello, come la corteccia prefrontale, che invece è deputata alla risoluzione di problemi e al ragionamento logico. Se la condizione stressante continua o diventa troppo intensa, l’organismo non riesce più a difendersi a causa dell’esaurimento delle energie e la capacità di adattarsi viene meno.

Inoltre, uno studio di Raio e colleghi del 2013 ha dimostrato che l’attivazione della corteccia prefrontale si riduce significativamente in queste situazioni, con un impatto negativo sulle strategie cognitive adottate, che diventano poco funzionali e appropriate all’evento. Pensiamo quindi a quante mail riceviamo ogni giorno, e quante di esse possono portare informazioni potenzialmente allarmanti o problematiche. Immaginiamo l’attivazione continua della nostra amigdala, che influenzerà le decisioni che andremo a prendere, con il rischio che non siano sempre le migliori.

Il self-control tende a ridursi

Vi è mai capitato di inviare una mail e poi pentirvi di ciò che avevate scritto? Non preoccupatevi, non siete i soli. Alcune ricerche dimostrano che avere troppe cose da fare può portare al desiderio di liberarsi di esse il prima possibile, riducendo la capacità di controllo. Inzlicht & Schmeichel (2012) hanno osservato che avere troppe cose da fare può portare a una riduzione della motivazione e dell’attenzione, che a loro volta possono indurre una diminuzione dell’autocontrollo.

In queste situazioni, è molto più probabile correre rischi e gettarsi immediatamente nella prima soluzione che ci viene in mente solo per terminare il prima possibile. In altre parole, sembra difficile mettere un freno ai propri impulsi quando si ha troppa roba da fare. Pensiamo a tutti quei messaggi che riceviamo continuamente nella nostra casella di posta elettronica da mittenti differenti, a tutto lo stress accumulato e al peso emotivo connesso... Siamo davvero così lucidi e pronti per rispondere alle varie mail?

La produttività risulta ridotta

Ogni giorno ci troviamo a dover gestire numerose mail che riguardano problemi diversi e richieste variegate, spesso in un lasso di tempo molto ristretto. Questa condizione viene definita multitasking, ovvero la capacità di occuparsi di due o più compiti simultaneamente, passando continuamente da un’attività all’altra.

Tuttavia, uno studio condotto da Rubinstein e colleghi (2001) ha dimostrato che, a differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, l’abilità di multitasking porta a una produttività inferiore e fa sprecare tempo prezioso ogni giorno. Questo accade perché saltare continuamente da un compito all’altro richiede di riformulare le regole che sottostanno al nuovo esercizio da eseguire, perdendo così ogni volta decimi di secondo.

Inoltre, continuando a passare da un compito all’altro, aumenta il rischio di creare piccoli “blocchi mentali” che congelano temporaneamente le capacità cognitive ed esecutive.

In conclusione

Sicuramente doversi occupare di centinaia di mail quotidianamente, è un compito stressante. Su questo non ci sono dubbi! Ma le email rappresentano anche un valido strumento di comunicazione, rapida ed efficace. Dunque la soluzione al problema, sembrerebbe essere quella di ridurre l’invio e la risposta alle email allo stretto necessario, passando poi ad altri sistemi di comunicazione, più snelli e immediati, per il resto.

Ad esempio, si può optare per delle chat d’ufficio in cui confrontarsi in maniera più spontanea e veloce oppure utilizzare sms e notifiche per le informazioni più rapide e concise. Insomma non è necessario eliminare la tecnologia dalla propria vita per ridurre lo stress, ma è conveniente ottimizzare il suo utilizzo per trarne solo i vantaggi.

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