Lotta all’Ndrangheta, sotto scorta il coordinatore dell’Osservatorio permanente Legalità dell’Università di Parma

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Le loro inchieste giornalistiche sono state citate varie volte nei processi contro la ‘Ndrangheta in Emilia, da Aemilia a Grimilde e un reportage da Brescello era stato segnalato nella relazione ufficiale del primo storico scioglimento per mafia di un Comune in regione.

La passione dei giovanissimi attivisti dell’associazione Cortocircuito di Reggio Emilia è diventata negli anni materiale per inquirenti.

In questi giorni nei confronti del fondatore, il 30enne reggiano Elia Minari, è stata decisa una forma di protezione, una vigilanza disposta dal prefetto di Reggio Emilia d’intesa con il questore e i comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza.

Il motivo sono le parole di un detenuto da cui sarebbe emerso un rischio per la sua incolumità. Rivelazioni su cui sono in corso accertamenti da parte della Dda bolognese, per valutarne attendibilità e concretezza.

Attualmente Minari è coordinatore dell’Osservatorio permanente Legalità dell’Università di Parma, che da diversi anni realizza attività di ricerca e formazione, oltre a continuare le iniziative per Cortocircuito.
«Desideriamo ringraziare le forze dell’ordine per essersi prontamente attivate a tutela dell’incolumità di Elia. Ci teniamo ad esprimere massima vicinanza e sostegno al nostro fondatore che – con coraggio e impegno, nonostante le difficoltà, le preoccupazioni e le dure parole da parte di esponenti della ‘ndrangheta – non si è mai fermato, dimostrando che è possibile essere cittadini attivi, consapevoli e promotori di legalità. Elia non è solo», scrive l’associazione.

Le attività contro le mafie «non intendono fermarsi a seguito di simili vicende e proseguono intensamente». Negli ultimi anni diversi giovani di varie regioni del Nord Italia si sono avvicinati a Cortocircuito, consentendo di realizzare progetti articolati insieme all’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, oltre ad attività con diverse Università e altri enti pubblici.

Sono stati 467 gli eventi pubblici di denuncia e sensibilizzazione contro le mafie dal 2009, tenuti in diverse regioni e all’estero. Da alcuni mesi, l’associazione gestisce l’Ufficio ‘Sportello Legalità e Giustizià del Comune di Reggio Emilia, dove vengono ascoltate testimonianze e offerta consulenza legale.
Proprio nei giorni scorsi sono state depositate le motivazioni del dibattimento del primo processo nato dall’operazione ‘Aemilià, da cui è stata sancita l’esistenza di una cosca attiva in Emilia-Romagna, autonoma e indipendente rispetto alla casa madre calabrese.

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