In appello – “Grimilde”, condanne fino a nove anni per gli imputati parmigiani – TUTTE LE CONDANNE

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Con 24 condanne, in gran parte rideterminate, 13 assoluzioni e due proscioglimenti per prescrizione la Corte d’Appello di Bologna ha riformato la sentenza emessa nell’ottobre 2020 dal gup distrettuale nel nuovo maxi processo (nuovo rispetto allo storico processo Aemilia, il più grande mai celebrato contro le mafie al Nord) alla “filiale”, operante tra Reggio Emilia, Parma e Piacenza, della “provincia” di ‘ndrangheta capeggiata dal boss Cutro Nicolino Grande Aracri.

L’associazione mafiosa viene confermata, le assoluzioni sono per posizioni minori.

Operazione Grimilde, la chiamarono, quella con cui, nel maggio 2019, la Squadra Mobile di Bologna, in collaborazione con quelle di Reggio Emilia e Piacenza e lo Sco, mise a segno 16 arresti tra i quali spiccava quello di Giuseppe Caruso, presidente del consiglio comunale di Piacenza e esponente di FdI (subito allontanato dal partito di Giorgia Meloni), insieme a Francesco Grande Aracri, presunto boss di Brescello e fratello del capocrimine ergastolano Nicolino, e ai figli Salvatore e Paolo.

Francesco Grande Aracri ha scelto il rito ordinario ed è già stato rinviato a giudizio insieme a una ventina di persone tra cui il figlio Paolo. La pena più elevata inflitta resta quella per l’altro figlio del presunto boss di Brescello, Salvatore, che scende da 20 anni di reclusione a 14 anni e 4 mesi.

Mentre al politico Caruso, nativo di Cosenza, sono stati comminati 15 anni e 4 mesi in primo grado ridotti, in Appello, a 8 anni e 2 mesi essendo caduta la truffa ai referenti della società Riso Roncaia. Regge, invece, l’accusa ruotante attorno all’affare Oppido, una truffa da 2 milioni ritenuta espressione corale dell’associazione mafiosa.

Ma spicca anche la condanna ridotta, da 10 anni e 2 mesi a 8 anni e 10 mesi, a uno dei presunti colletti bianchi del clan, il commercialista di origini cutresi, ma residente a Crotone, Leonardo Villirillo, assistito dall’avvocato Mario Nigro. Assolto in Appello il commercialista crotonese Donato Agostino Clausi, difeso dall’avvocato Fausto Bruzzese.

Le accuse sono a vario titolo quelle di associazione mafiosa, estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento, truffa aggravata dalle finalità mafiose. Caruso, in particolare, era accusato di associazione mafiosa e di essere stato agli ordini dei Grande Aracri quando era impiegato dell’agenzia delle Dogane (i fatti si riferiscono a prima dell’elezione e risalgono al 2015) in quanto li avrebbe coadiuvati nel realizzare una truffa.

Nella sua requisitoria i pm della Dda di Bologna Beatrice Ronchi e Lucia Musti, applicate anche in Appello, avevano ripercorso gli affari tra la Calabria e l’Emilia del sodalizio guidato da Francesco Grande Aracri, già condannato per mafia e destinatario di misure patrimoniali, e indicato dai pentiti come colui che veniva incaricato dal boss di curare il patrimonio illecitamente accumulato.

Per il fratello Nicolino, il mammasantissima, che, assistito dall’avvocato Gregorio Viscomi, in questo procedimento rispondeva di truffe in quanto si sarebbe fatto garante di operazioni commerciali nel corso di riunioni nella sua abitazione a Cutro, in Appello è arrivata l’assoluzione a fronte di una condanna in primo grado a 11 mesi. Ridotta da 2 anni e 4 mesi a 2 anni la pena per Rosita Grande Aracri, altra figlia di Francesco, assistita dall’avvocato Carmine Curatolo. La sentenza, tra l’altro, “consacra” il ruolo di Salvatore Grande Aracri, che avrebbe retto le fila del clan quando il padre era detenuto.

Il collaboratore di giustizia Pino Giglio, ex “bancomat” del clan, ha fornito agli inquirenti numerosi elementi sulle iniziative economiche realizzate in via occulta da Salvatore Grande Aracri. Scatta la prescrizione per gli isolitani Carmelina e Pietro Passafaro, assistiti dall’avvocato Giuseppe Migale Ranieri.

LA SENTENZA

Qui di seguito si riporta la decisione della Corte d’Appello di Bologna (in parentesi la sentenza di primo grado):

Rosita Grande Aracri (39), residente a Brescello: 2 anni (2 anni e 4 mesi); Salvatore Grande Aracri (42) di Cutro, residente a Brescello: 14 anni e 4 mesi (20 anni); Francesco Berlingeri (65), di Lamezia Terme: assolto (1 anno e 9 mesi); Claudio Bologna, (58), di Parma: 8 anni (11 anni e 8 mesi); Simone Bologna (39), di Monza: assolto (1 anno); Albino Caruso (63), di Piacenza: 6 anni e 10 mesi (12 anni e 10 mesi); Giuseppe Caruso (62), di Piacenza: 8 anni e 2 mesi (15 anni e 4 mesi); Ivan Castellani (75), di Bibbiano: assolto (2 anni e 4 mesi); Donato Agostino Clausi (50), di Crotone: assolto (2 anni e 2 mesi); Manuel Conte (31), di Brescello: 4 anni e 1 mese (4 anni e 1 mese); Renato De Simone (68), di Formia: 4 anni (4 anni); Florian Dhana (41), di Reggio Emilia: 3 anni (4 anni); Alfonso Diletto (55), di Cutro: assolto (3 anni e 8 mesi); Giuseppe Fontana (48), di Reggio Emilia: 3 anni e 4 mesi (4 anni); Davide Gaspari (45), di Brescello: 2 anni (2 anni); Nicolino Grande Aracri (63), di Cutro: assolto (11 mesi); Giovanni Abramo (46), di Cutro: 2 anni e 8 mesi (3 anni e 8 mesi); Giuseppe Lazzarini (40), di Cutro: 9 anni (11 anni); Rossella Lombardo (49), nata a Crotone e residente a Reggio Emilia: assolta (2 anni); Filippo Mattiolo (54), di Mezzani: assolto (2 anni e 4 mesi); Antonio Muto (51), nato a Crotone e residente a Gualtieri: 2 anni e 10 mesi (3 anni e 10 mesi); Cesare Muto (42), nato a Crotone e residente a Gualtieri: 2 anni e 8 mesi (3 anni e 6 mesi); Francesco Muto (55) di Cutro, residente a Brescello: 8 anni e 10 mesi (11 anni e 2 mesi); Luigi Muto (47), nato a Crotone: 2 anni e 8 mesi (3 anni e 4 mesi); Rosetta Pagliuso (38), nata a Crotone e residente a Reggio Emilia: assolta (2 anni e 3 mesi); Domenica Parrinelli (73), di Cutro: assolta (2 anni); Monica Pasini (46), di Parma: assolta (2 anni); Carmelina Passafaro (40), nata a Crotone e residente a Brescello: prescrizione (2 anni e 1 mese); Pietro Passafaro (60), Isola Capo Rizzuto: prescrizione (3 anni e 4 mesi); Giancarlo Pibiri (40), di Alessandria: assolto (2 anni); Nicolino Sarcone (57), di Cutro: 3 anni e 8 mesi (3 anni e 8 mesi); Devid Sassi (41), di Reggio Emilia: 4 anni e 2 mesi (4 anni e 10 mesi); Antonio Silipo (53), di Cutro: 6 anni e 4 mesi (6 anni e 4 mesi); Domenico Spagnolo (44), nato a Crotone e residente a Reggio Emilia: 6 anni e 8 mesi (11 anni); Giuseppe Strangio (52), di Rocca di Neto e residente a Traversetolo (Pr): 6 anni e 8 mesi (11 anni); Franca Valla (73), di Bibbiano: assolta (2 anni e 4 mesi); Pascal Varano (36), di Poviglio: 6 anni (11 anni e 9 mesi); Leonardo Villirillo (55), di Crotone: 8 anni e 10 mesi (10 anni e 10 mesi); Natascia Zanetti (46), di Reggio Emilia: 2 anni e 2 mesi (2 anni e 2 mesi).

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