Morte di Carla Borlenghi, il padre scrive al perito di parte: “I calcoli della perizia non sono corretti”

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Morte di Carla Borlenghi, il padre scrive al perito di parte: “I calcoli della perizia non sono corretti, ci aiuti a capire”.

La piccola è morta a cinque anni, nel 2018, dopo un ricovero in ospedale a Vaio per un malessere e il trasferimento d’urgenza al Maggiore.

Ecco la lettera:

“Buongiorno prof. Zanardo,

le scrivo questa lettera aperta perche’ ho letto con attenzione la relazione dei periti relativamente alla vicenda della morte di mia figlia Carla Borlenghi di 5 anni. Stiamo parlando della causa civile.

Professore, ovviamente non entro in quelle che sono state le sue valutazioni tecniche, ci mancherebbe!

Io sono un semplice diplomato in Ragioneria del 1981 ( pur sempre con 60/sessantesimi) .

Quello che non mi e’ sfuggito pero’ e’ il suo calcolo a pag. 32 della relazione che ci illustra nel penultimo paragrafo. Lei dopo avere riportato di un quantitativo massimo di liquidi somministrabili “FINO AD UN MASSIMO DI 2,5-3LT/MQ2/24H” e calcolato la superficie corporea di Carla in 0,72 mq2 scrive, evidenziato in grassetto 3:0,72=4,16 lt. Le confesso. Ci ho messo 30 secondi a fare questa riflessione e non ci sono arrivato subito.

Il calcolo e’ SBAGLIATO. Infatti il calcolo corretto e’ 3 x 0,72 = 2.16 lt. La prego, mi dica che non l’ha scritto lei, mi dica che si e’ trattato di qualche suo assistente che l’ha aiutata nella redazione del documento e che ha commesso un clamoroso sbaglio perche’ questo errore non e’ da Professore Universitario quale lei e’.

Sta di fatto che quello che a mio parere e’ il calcolo piu’ importante della perizia, quello dal quale non si poteva prescindere come avevano fatto sommessamente notare i consulenti del PM, e’ errato.

Per renderla semplice a chi ci legge sono stati somministrati a Carla un quantitativo di circa 1950 ml in  14 ore contro un quantitativo massimo di liquidi di 2160 ml in 24 ore come mi sembra di avere letto sia raccomandato dalle Linee guida SIEDP.  Chiedo conferma ai diabetologi pediatri.

A questo punto le anticipo che stiamo scrivendo all’ ill.mo Giudice Francesco Ciccio’ di Parma per richiedere il rimborso delle quote pagate per la sua consulenza professionale contestandone la  terzieta’.

Mi riaggancio a questa parola, la terzieta’, che lei cita nella relazione prima a pag 28 “ la Commissione, per il ruolo svolto, deve garantire al Giudice la terzieta’ della valutazione espressa” e poi ancora a pag 33 “in rapporto ad esigenze di terzieta’ “.

Professore, lei vive e lavora a Padova. Ma per caso ha avvisato i suoi colleghi di Commissione che lei conosce da anni il prof. Carlo Ori di Padova che e’ il marito della prof. Sandra Rossi , residente a Padova, firmataria della cartella clinica come appare con evidenza a pag 1 della cartella stessa? Risulta evidente che un eventuale parere sfavorevole all’ AOU di Parma  avrebbe messo nei guai la moglie del prof. Ori, quel Carlo Ori con il quale lei ha collaborato da anni?

Le e’ parso “politicamente corretto” comportarsi in questo modo nei confronti dei colleghi e poi citare ripetutamente la terzieta’ della Commissione?

Professore, sinceramente a me e mia moglie sarebbe piaciuto avere un conoscente in Commissione ma sicuramente il sig. Giudice Ciccio’ non ce lo avrebbe permesso, ovviamente per il motivo della terzieta’.

E ritengo che se fosse venuto a conoscenza del suo status in anticipo, il sig. Giudice non la avrebbe neppure nominata.

Stiamo per informare  il sig. Giudice Ciccio’ , chiedendo l’annullamento della perizia per la presenza di un evidentissimo errore di calcolo  e per la mancanza di terzieta’ di un membro della Commissione.

Professore, ritengo che lei debba chiarire tutto cio’ al sig. Giudice Ciccio e ai colleghi della Commissione.

Carla aveva solo 5 anni e dal Paradiso vuole la verita’.

Busseto 22 gennaio 2022

Roberto Borlenghi”.

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