Italia nella morsa del Covid. “Siamo vicini alla zona arancione. Se Omicron buca i vaccini, Green Pass non basta”

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“Temo che siamo vicini alle zone arancione. In effetti sta continuando a salire l’occupazione dei posti ospedalieri quindi ci stiamo avvicinando, non c’è dubbio. Bisogna capire se è l’avanzare della Delta o altro. La gente ha capito che il prima è più importante del quale. E’ importante quando fare il vaccino, non quale. E’ importante farlo subito, non aspettare, mentre è irrilevante quale vaccino fare. La macchina vaccinale è ben rodata, i vaccini ci sono, ma è una corsa contro il tempo”.

Così Guido Rasi, microbiologo e consulente scientifico per la campagna vaccinale, a “Mezz’ora in più” su Rai3. Per Rasi il green pass “certifica lo status di una persona e ci permette di avere un rischio più o meno calcolabile di quante persone si possono infettare e quali altri misure deve prendere in questa situazione. Se Omicron non risponde ai vaccini? Se viene fuori che è l’unica variante che circola e non risponde ai vaccini è chiaro che il green pass non è più valido. Putroppo non è bianco o nero, oggi il green pass ha la validità che abbiamo detto, tra 15 giorni può averla di meno e tra un mese può essere ripensato. Se la omicron buca completamente il vaccino siamo di fronte a un nuovo virus. Siamo quindi in presenza della pandemia B, se ci siamo salvati e ci ributtiamo dalla barca non è detto che ci risalviamo, dovremo fare cose per salvarci una seconda volta. Con una variante completamente diversa le cose possono cambiare”.

Speriamo che il sequenziamento del virus aumenti in modo sostanziale: solo questa attività ci dice esattamente quale tipo di variante abbiamo di fronte. Tuttavia, soltanto 70 laboratori contribuiscono alla piattaforma che l’Istituto superiore di sanità ha messo a disposizione e 70 laboratori per 60 milioni di italiani sono pochi». Così Guido Rasi, consulente scientifico del commissario straordinario per l’emergenza Covid Figliuolo, alla trasmissione ‘Mezz’ora in piu». «Si raccolgono pochi dati e lentamente. Rischiamo – ha detto Rasi – di sapere tardi la portata dell’andamento del virus, ritardando decisioni importanti».

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