Gioco legale, sono poche le nuove aperture

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Sono complessivamente oltre 140 mila, per la precisione ben 147.153, le nuove partite Iva aperte nel secondo trimestre del 2021. Un incremento del 54.1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, rimasto al palo anche per le forti restrizioni e le politiche legate all’emergenza sanitaria da Covid 19.

In base alla classificazione attuale del settore produttivo, a essere protagonista delle nuove aperture è il settore commerciale, che fa registrare il 24.8% del totale degli avviamenti, seguito dalle attività professionali, con il 16.2% e dall’agricoltura, che invece fa registrare un 11%. I maggiori aumenti però, comparando 2020 e 2021, sono quelli legati alle attività dell’intrattenimento, che salgano a +103%, commercio, addirittura +98.8% e infine le attività immobiliare, che fanno registrare una crescita del 90.4%.

Diverso invece è il discorso legato al gioco legale. “Stando ai numeri del Ministero dell’Economia e della Finanza, a giugno le nuove attività sono state in totale 23, con un decremento del 6,52% rispetto all’anno precedente – spiegano dalla redazione di BonusRicchi.comMeglio a maggio quando risultavano aperte 34 attività, ovvero oltre l’80% rispetto al maggio 2020, in piena pandemia”. Ad aprile invece le aperture sono state appena 31, con una diminuzione pari al -26% rispetto al mese precedente.

“Sono ancora lontani i numeri del 2019 da quelli attuali – continuano da BonusRicchi.com – Ad aprile di due anni fa , per esempio, le aperture erano state in totale 67 e 84 a giugno”. E il campanello dall’allarme deve suonare a tutti, visto che il gambling italiano è un vero e proprio motore della nostra economia. Stiamo parlando infatti di un segmento con un fatturato da oltre 15 miliardi di euro e un valore aggiunto di oltre tre, con 9.265 imprese e 42.818 occupati. I centri e i casinò terrestri, almeno peril 90%, aveva tra i 3 e i 9 addetti, con l’80% di imprese a controllo familiare.

Un mercato florido, che adesso dopo il lockdown e le restrizioni post Covid, rischia. Perché il gioco aumenta, ma va verso i canali illegali. La spesa complessiva si è ridotta del 33,5% e gli introiti dei punti di raccolta di scommessa fisici hanno visto una contrazione del 41,7%. È c’è questo dietro al flop della distribuzione di nuove concessioni. Poche aperture, poche nuove partite iva. Il Governo adesso è chiamato a fare qualcosa per non lasciare solo, di nuovo, un settore che ha perso più di tutti gli altri.

 

 

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