Covid, l’allarme: “In Emilia Romagna, occupato il 90% dei posti in terapia intensiva e l’84% nei reparti ordinari”

La gravità della situazione sta comportando poi un’altra pesante conseguenza: «Gli ospedali oggi sono occupati anche da pazienti no-Covid, numerosi dopo il blocco della prima ondata. Ora, però, la nuova emergenza dei ricoveri per coronavirus ci sta riportando allo scorso anno e presto potremmo essere costretti a bloccare i ricoveri per altre patologie». 

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Ospedali assediati in varie Regioni italiane, dove si sta registrando uno «tsunami» con ondate di pazienti che si riversano sulle strutture di assistenza, mentre lo scenario di diffusione del virus SarsCov2 è «oggi come un anno fa, siamo cioè tornati a marzo 2020». A descrivere all’ANSA la situazione di allarme che si registra ormai nella maggioranza dei nosocomi è Dario Manfellotto, presidente della Federazione Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti (Fadoi), principale società scientifica della Medicina Interna.

Un quadro cui si aggiunge un altro dato «estremamente preoccupante”: si sta abbassando molto l’età dei ricoverati, con un aumento forte dei casi anche tra i bambini. «La diffusione del virus – spiega Manfellotto – è analoga ad un anno fa. Una situazione molto grave ed in varie Regioni è già ricominciato lo ‘tsunamì di pazienti che necessitano di essere ricoverati, vere e proprie ondate di malati Covid che stanno arrivando negli ospedali». Secondo le rilevazioni Fadoi, in varie Regioni la situazione negli ospedali è particolarmente preoccupante: «In Umbria – sottolinea Manfellotto – è già occupato il 100% dei posti letto Covid in tutti i reparti e tutti i casi sarebbero da varianti; in Abruzzo le terapie intensive sono occupate al 41%, oltre la soglia di allerta del 30%, mentre i reparti di area medica al 45% e la totalità dei casi è da variante Uk; in Piemonte si registra un +35% di ricoveri solo nell’ultima settimana ed in FVG la situazione è definita drammatica con un tasso di positività al 9% e gli ospedali pieni di malati Covid che non hanno più reparti Covid-free ed hanno già sospeso l’attività chirurgica».

Ed ancora, prosegue il presidente Fadoi, «in Emilia Romagna è già occupato il 90% dei posti in terapia intensiva e l’84% nei reparti ordinari. Anche nelle Marche, l’occupazione è al 54% nei reparti ordinari e al 46% per le rianimazioni». Anche in Molise «i dati sono allarmanti ed i pazienti vengono trasferiti verso altre Regioni per mancanza di posti letto liberi». Nelle altre Regioni, prosegue, «gli ospedali ancora reggono ma comunque lo scenario si sta aggravando».

Altro elemento è l’abbassamento dell’età media: «In ER, ad esempio, l’età media dei positivi è di 42 anni, in Trentino nell’ultima settimana si sono registrati 84 casi tra bambini in età scolare ed in Piemonte l’età media dei ricoverati è calata di 10 anni». La gravità della situazione sta comportando poi un’altra pesante conseguenza: «Gli ospedali oggi sono occupati anche da pazienti no-Covid, numerosi dopo il blocco della prima ondata. Ora, però, la nuova emergenza dei ricoveri per coronavirus ci sta riportando allo scorso anno e presto – conclude Manfellotto -potremmo essere costretti a bloccare i ricoveri per altre patologie».

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