Furbetti del reddito di cittadinanza: 23 denunce. Uno lo percepiva dal…carcere

Una persona aveva dichiarato di possedere i requisiti reddituali e patrimoniali richiesti, “dimenticandosi” però di dichiarare oltre circa 60 mila euro in vincite nelle apposite dichiarazioni

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I finanzieri parmigiani hanno intrapreso un’attività di controllo sulle prestazioni erogate dallo Stato a favore di persone e famiglie che si trovano effettivamente in condizioni di necessità e bisogno.

In materia di Reddito di Cittadinanza (RdC), l’attenzione è rivolta verso quelle posizioni che già evidenziavano criticità e/o incongruenze sulla scorta di un’attenta analisi di rischio a monte, eseguita su tutta la platea dei richiedenti il contributo.

Come noto, il Reddito di cittadinanza è un sussidio economico che viene erogato a soggetti, o a nuclei familiari, in possesso, cumulativamente, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, di alcuni requisiti specifici, sia soggettivi che econometrici ben precisi.

Gli accertamenti sin qui svolti dalle Fiamme Gialle di Parma, confrontando i dati inseriti nelle dichiarazioni ISEE presentate con quanto rilevato dalle banche dati in uso al Corpo e dagli elementi forniti dai Comuni di residenza dei percettori, hanno permesso di individuare 23 soggetti che hanno indebitamente percepito l’emolumento in rassegna, per un importo complessivo pari a quasi 150.000 euro.

E’ stata accertata la presenza di false certificazioni che attestavano la simulata precarietà economica e lo stato di bisogno tali da costruire artificiosamente i requisiti reddituali e patrimoniali richiesti a norma di legge ed indurre in errore gli Uffici competenti ad erogare il beneficio.

In un caso, è stata individuata una persona che ha continuato a percepire illecitamente il contributo nonostante da mesi fosse in carcere; aveva omesso infatti di comunicare all’I.N.P.S. il suo stato di detenzione.

In un altro caso, una persona aveva dichiarato di possedere i requisiti reddituali e patrimoniali richiesti, “dimenticandosi” però di dichiarare oltre circa 60 mila euro in vincite nelle apposite dichiarazioni.

Per tutti i 23 soggetti sono stati attivati i competenti uffici per l’avvio delle procedure per la sospensione delle eventuali e successive indennità ancora in fase di erogazione, o per il recupero delle somme già indebitamente percepite.

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