Cutolo resta in Via Burla: “È ancora pericoloso, e le condizioni di salute sono compatibili col carcere”

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Il tribunale di Sorveglianza di Bologna ha respinto il ricorso della difesa di Raffaele Cutolo per il rinvio dell’esecuzione della pena, con detenzione domiciliare, per motivi di salute.

Il fondatore della Nuova Camorra Organizzata, 78 anni, resta dunque in carcere a Parma, dove è detenuto in regime di 41 bis.

Secondo l’ANSA, il tribunale, che ha fatto un’ampia valutazione dopo la pronuncia del 12 maggio del magistrato di Reggio Emilia, conferma che le condizioni del boss non sono incompatibili con la detenzione carceraria. 

Si può ritenere che la presenza di Raffaele Cutolo potrebbe rafforzare i gruppi criminali che si rifanno tuttora alla Nco, gruppi rispetto ai quali Cutolo ha mantenuto pienamente il carisma».

Lo sottolinea il tribunale di Sorveglianza di Bologna, nel valutare la pericolosità del boss e il rischio di recidiva. Cutolo «nonostante l’età e la perdurante detenzione rappresenta un “simbolo” per tutti quei gruppi criminali» che continuano a richiamarsi al suo nome».

Le patologie di cui è portatore Raffaele Cutolo appaiono allo stato trattabili adeguatamente anche in ambiente carcerario». E’ la conclusione del tribunale di Sorveglianza. Per il collegio, presieduto dal giudice Antonietta Fiorillo, dalla documentazione sanitaria analizzata si può dire che la detenzione di Cutolo non si svolge «con quella quota di afflittività ulteriore tale da comportare una sofferenza che eccede il livello che, inevitabilmente, deriva dalla legittima esecuzione della pena». In particolare si sottolinea la presenza di un piano assistenziale personalizzato, la predisposizione di presidi come il letto con le sponde e il materasso antidecubito, la dotazione di un treppiede per gli spostamenti, la presenza di un detenuto lavorante che assicura l’igiene della camera, la presenza dell’oss e il monitoraggio quotidiano di medici e infermieri.

Nel caso di Raffaele Cutolo inoltre «non appare ricorrere con probabilità il rischio di contagio da Covid-19». Nell’ordinanza si sottolinea come nessun detenuto è risultato positivo al covid nel carcere di Parma, e che le informazioni acquisite dal dipartimento di salute pubblica dell’Asl di Parma segnalano che «l’evoluzione dell’epidemia nel tempo e nello spazio, su base regionale, rientra nella curva discendente».

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