La famiglia e il ruolo delle donne come risorse per ripartire tutti assieme, lettera dell’ex Sindaco Vignali

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PIETRO VIGNALI STADIO(Pietro Vignali, ex Sindaco di Parma, da www.stadiotardini.it ) – La famiglia, durante questi mesi drammatici, ha rappresentato l’unico vero baluardo capace di opporsi concretamente alla pandemia. Ha permesso il lockdown, ha fornito ai ragazzi gli spazi e i mezzi tecnologici per continuare a studiare, ha provveduto ai bisogni degli anziani, ha isolato una parte dei pazienti, quelli domiciliari, ha sostenuto i membri della famiglia che avevano perso il lavoro e, infine, ha mantenuto – e forse rilanciato – i legami sociali. Eppure la famiglia continua ad essere la Cenerentola del sistema paese. A dimostrarlo sono i dati sulla natalità, sull’invecchiamento della popolazione, sull’assenza di aiuti per le giovani coppie che possono contare solo sul sostegno dei genitori e sul loro tempo libero. Nel corso del mio mandato ho sempre posto questo tema al centro dei miei programmi, e proprio da questo suggerisco di ripartire per affrontare la ripresa economica del nostro Paese. La famiglia rappresenta la cellula primaria della società, la prima agenzia di welfare e il perno indispensabile per la crescita socio-culturale ed economica. Durante il mio mandato a Parma siamo riusciti a precorrere i tempi attuando politiche familiari innovative e concrete per la fruizione dei servizi per l’infanzia, riducendo il carico fiscale attraverso rimborsi IRPEF in favore delle famiglie con almeno due figli e sostenendo le giovani coppie che prendono casa in affitto. Una grossa fetta di popolazione si ritrova oggi, senza una fonte di sostentamento. Durante il mio mandato a Parma c’è stata un’esperienza quasi unica nel suo genere. Esperienza che oggi più che mai potrebbe e dovrebbe essere declinata a livello nazionale. Quando ero sindaco creammo la Parma Family Card, una carta Master card ricaricabile che offriva sconti, servizi e vantaggi per agevolare le famiglie negli acquisti e ad accedere ai servizi amministrativi, culturali e sportivi. Avevamo realizzato “laboratori familiari” nei quartieri, un’occasione di socialità e rivitalizzazione di quartieri e periferie spesso abbandonate e insicure. Era stato attivato anche il progetto delle tagesmutter (creazione di nidi familiari e reperimento di tate di fiducia, nda) che aveva rappresentato un’occasione di lavoro per le giovani donne. Cito, infine, il quoziente familiare (noto poi come quoziente Parma) coefficiente correttivo dell’ISEE in grado di rimodulare le tariffe comunali e dunque l’accesso ai servizi dell’Amministrazione (nidi, scuole per l’infanzia, servizi per gli anziani) in modo da renderle più eque per le famiglie numerose e con più carichi familiari. Urgono misure concrete e immediate per lo sviluppo, visto che il Coronavirus è riuscito a creare un’emergenza nell’emergenza. A confermarlo è uno studio effettuato da Save the Children: secondo l’Organizzazione internazionale, l’impatto economico della crisi dovrebbe portare a una contrazione del PIL del 9% circa nel 2020.A pagarne le spese saranno soprattutto i nuclei familiari. Quasi 1 genitore su 7 tra quelli in condizioni socio-economiche più fragili (14,8%) ha perso il lavoro a causa dell’emergenza Covid-19, oltre la metà lo ha perso temporaneamente.La crisi delle famiglie è alla radice della crisi di sistema di una società che sta perdendo la fiducia nel futuro. E a una crisi forte bisogna dare risposte forti e concrete. Auspico pertanto che il Governo, già con il prossimo piano di riforme, metta mano finalmente a una legge quadro a sostegno delle famiglie sia in materia fiscale con l’introduzione del quoziente familiare sia per raggiungere una conciliazione dei tempi vita-famiglia-lavoro nonché di un vero welfare familiare.
Anche a seguito di questa emergenza sanitaria abbiamo toccato con mano che serve un nuovo assetto della città, degli orari del lavoro e dei servizi per consentire un equilibrio tra i tempi di cura, di assistenza, di lavoro e quelli del tempo libero delle donne che da una parte si devono occupare delle famiglie e dei figli (a casa da scuola) e dall’altra del lavoro.
Le politiche familiari e quelle legate al contrasto alla povertà non vanno confuse. Ripeto, devono rappresentare la priorità, vanno entrambe garantite e sostenute. Devono poter convivere, ognuna con i suoi obiettivi e le sue risorse. La sfida è ridurre le tasse con il quoziente familiare per mettere la famiglia al centro delle politiche di welfare. Le politiche familiari devono superare le impostazioni di tipo assistenziale e devono essere fondate sul principio fondamentale della sussidiarietà, necessario per garantire la sostenibilità delle politiche sociali. La famiglia contro l’assistenzialismo. La famiglia al centro. Sempre. Per un modello di sviluppo duraturo. Concludo sollecitando il Governo a non incentrare le proprie politiche pubbliche sull’assistenzialismo che crea soltanto nuovo debito, bensì su politiche che, sostenendo la famiglia, creino uno sviluppo duraturo. Più importante di singole misure temporanee adottate in questi anni è infatti il principio alla base del quoziente familiare che riconosce il ruolo sociale della famiglia nella società. Un fisco a misura di famiglia che con i giusti adeguamenti progressivi sul reddito possa sostenere chi già ora garantisce servizi sociali, educativi, assistenziali, inclusione e integrazione sociale. Pietro Vignali, ex Sindaco di Parma, da www.stadiotardini.it

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