5 anni dopo il fallimento del Parma FC Ghirardi parla al Giorno: “Vendere a Taci fu il mio errore: mi fidavo, ma ero giovane e ingenuo”

0

gabriele majo per slide(Gabriele Majo, direttore responsabile di www.stadiotardini.it) – Dopo cinque anni dal fallimento del Parma, Tommaso Ghirardi ha concesso la sua prima intervista – al giornalista Giulio Mola per l’edizione locale bresciano-bergamasca de “Il Giorno” – nella quale ha ripercorso quei fatti proponendo la sua verità, citando con orgoglio, ma senza entrare troppo nei dettagli delle motivazioni, le sentenze civili che finora gli han dato ragione, a partire da quella del Tribunale di Milano, “secondo cui la Dastraso Holding di Taci viene giudicata inadempiente non avendo mai pagato né a me, né agli altri venditori, il prezzo di acquisto. La sentenza conferma quello che io dico da anni: non sono stato io a vendere a Manenti”. C’erano una volta l’ammiraglio e l’armatore: dopo il naufragio – entrambi ancora sotto accusa nel filone penale della vicenda – ognuno nuota per sé e Dio per tutti: l’ex presidente del Parma FC, infatti, cita due volte l’allora Plenipotenziario, ed entrambe le volte lo fa addossandogli delle responsabilità: una, appunto, a proposito della controversa successiva cessione del club da parte del petroliere a Mapi-man: “Ai primi di Marzo 2015 scoppia la bomba. Taci, con la regia di Leonardi, vende il club a Manenti”; l’altra, invece, è relativa all’“Andiamocela a riprendere” della ghirardi andiamocela a riprenderestagione 2014-15 dopo la nota esclusione del sodalizio Crociato dalla partecipazione alla Coppa Uefa conquistata sul campo: “Iniziai la stagione 2014/2015 con la consapevolezza che il mio periodo a Parma stava finendo e con la squadra che sebbene confermata in toto per un grave errore strategico dell’ad Leonardi, non riusciva a fare punti”. Erano quelli i giorni convulsi che seguirono la volontaria uscita di scena di “Tom” – attraverso una conferenza stampa che sarebbe rimasta negli annali (quella del “Ritorno al mio paesello”) senza l’abbandono del timone da parte dell’Ammiraglio che si ritrovò da solo a navigare nei mari perigliosi, intanto che Ghirardi perfezionava la cessione a Taci che poi risultò inadempiente: “Come sempre accaduto in 8 anni di presidenza, gli stipendi di settembre vennero regolarmente pagati, 13 milioni. alborghetti a stadiotardiniSubito dopo ricevetti una proposta vincolante per vendere il club tramite un noto studio di Roma e diversi addetti ai lavori spinsero affinché accettassi. Diedi mandato ad un gruppo di professionisti e cominciai la trattativa. A fine ottobre in un hotel di Milano il primo appuntamento con l’acquirente, l’abanese Rezart Taci. Voleva chiudere l’operazione tramite una società cipriota riferibile a lui e un magnate russo. In mezz’ora discutemmo sul prezzo e alla fine facemmo scrivere il preliminare ai nostri consulenti. La vendita venne stipulata da un notaio bresciano e la sua regolarità è stata confermata di recente da una sentenza del Tribunale di Milano”. Quella sentenza, prosegue Ghirardi: “conferma quello che io dico da anni: non sono stato io a vendere a Manenti”. Sospetto che in tanti ebbero, ma non noi di StadioTardini.it che sempre abbiamo tenuto distinte le cose (anzi, avevamo sempre riferito del disappunto di ghirardi paginaGhirardi per la piega che presero i fatti, ricevendo poi conferma della nostra tesi, nel Luglio del 2019, direttamente da Fiorenzo Alborghetti che in una intervista esclusiva chi concesse affermò: “Manenti non mi ha mai parlato di Ghirardi o Taci. Il mio unico punto di riferimento era Leonardi). L’ex leader di Eventi Sportivi ricorda, poi, quello che noi definimmo il colpo di pistola: “Taci dopo aver comprato il Parma non ha mantenuto gli impegni presi, primo di tutti quello di pagare gli stipendi e di sostenere finanziariamente la squadra”. Sulle decisive scadenze delle obbligatorietà di Novembre 2014 (che comportarono poi anche le prime penalizzazioni sportive ad una squadra che stava già sportivamente fallendo sul campo, ben prima del tracollo economico-finanziario), però, ancora ci resta qualche ragionevole dubbio su chi toccasse pagarle (ad Eventi Sportivi, ad esempio per garantire, come sancito nel bilancio precedente, la continuità aziendale), dal momento che l’effettivo passaggio di proprietà venne perfezionato solo a Dicembre, cioè dopo. L’accondiscendente intervistatore sottolinea come Taci non fosse uno sconosciuto, fornendo l’assist a Ghirardi per affermare: “Certo, i soldi li aveva, essendo a capo di un gruppo petrolifero che fattura 1,5 miliardi di euro all’anno. E infatti fece mercato a gennaio 2015 comprando Nocerino del Milan, Rodriguez dall’Atletico Madrid, Varela e un nazionale albanese. Taci andava allo stadio (sia pure mimetizzandosi tra i tifosi e non taci cena 20 gennaio 2015apertamente, nda) e tesseva relazioni con i salotti che contavano tra Lega e ambienti parmigiani (la famosa cena al Maxim con i vertici Upi e la benedizione del Sindaco Pizzarotti di cui su queste colonne avevamo dato tempestiva notizia il 20 Gennaio 2015, nda). Io ero uscito di scena… Io avevo venduto a dicembre 2014 e Taci a Manenti nel marzo 2015.” Ghirardi ricostruisce così i drammatici giorni del fallimento, e seguenti: “Il 18 marzo 2015 Manenti venne arrestato e il Parma dichiarato fallito. Due giorni dopo le perquisizioni nella mia abitazione e sempre più voci infamanti sulla mia persona. Eppure gli inquirenti mai mi hanno interrogato”. E questo mi pare paradossale, dal momento che un’inchiesta – specie se non archiviata – dovrebbe pur prevedere l’interrogatorio di uno dei maggiori accusati della vicenda. “E tutti i tribunali che si sono pronunciati lo hanno fatto a mio favore: quello di Bologna nel 2016 ha ROBERTO-GIULI-E-TOMMASO-GHIRARDI.pngsmentito le tesi accusatorie rivolte contro di me e gli amministratori che hanno operato in quegli anni. Il Tribunale di Milano ha condannato la società di Taci per non aver adempiuto al contratto d’acquisto del Parma. Infine, anche dal tribunale di Brescia sono arrivate notizie confortanti. E’ ancora in corso un processo iniziato dalla Energy TI, società amministrata all’epoca da Roberto Giuli il quale sosteneva di essere entrato nel capitale del Parma perché tratto in inganno dai bilanci falsi che io avrei predisposto nel 2013.taci tardini Anche in questo processo le accuse contro di me si sono rivelate infondate. E nonostante non abbia mai riportato condanne, ho da poco concluso una transazione con i curatori fallimentari del Parma, versando una cifra importante e sono felice di averlo fatto spontaneamente. E’ stato anche il modo per regolare i conti con il passato, nella consapevolezza di non aver mai preso un solo centesimo dal Parma. Piuttosto ho messo soldi nella squadra e anche tanti. Ora ci sarà da affrontare il processo penale, ma ho fiducia nella giustizia”. Ghirardi, infine, conclude affermando che un errore che non rifarebbe è “vendere la società a Tacghirardi mancini foto il giornoi, la persona sbagliata. Io mi fidavo, del resto lui era sponsorizzato da tutto il calcio europeo, compresi i più importanti dirigenti italiani. Ma all’epoca ero giovane e ingenuo, l’eccesso di entusiasmo è stato un altro errore. Però non ho mai agito per far danno alla società o ai tifosi e il trattamento che ho ricevuto dopo il fallimento mi ha ferito. Capisco anche che la città si sia sentita tradita in quei mesi concitati e per questo chiederò scusa. Vivo ancora con la scorta e seguo poco il calcio (una delle foto a corredo del servizio esclusivo del Giorno lo ritrae al fianco del CT azzurro Mancini, nda). Ma ho mantenuto buoni rapporti con molti presidenti che hanno capito che ho sempre agito per eccesso di passione. Negli ultimi due anni sono andato qualche volta a vedere il Brescia e spero un giorno di tornare al Tardini da ex presidente che per 8 anni ha dato tutto sé stesso al club ed ai propri tifosi”. Gabriele Majo (da www.stadiotardini.it)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here