“Non siamo eroi, chiamateci pompieri”. Lo struggente pensiero di Enrico Arillo per i vigili del fuoco morti nell’alessandrino

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“Ti prepari per andare al lavoro, saluti distrattamente i famigliari e gli amici e ti dirigi verso la caserma. Spesso gli amici ti dicono che ‘tanto se non ci sono emergenze di giorno cazzeggi e la notte dormi, cosa ti lamenti del tuo lavoro e del tuo stipendio!’ oppure ‘ma salvate sempre i gattini sugli alberi’ o ‘aprite le porte alle vecchiette’ per finire con ‘bella la vostra vita’ o peggio ancora ‘buon lavoro’. Arrivi al lavoro, ti cambi.. Scendi all’adunata. Ore di 20 cambio turno, appello, passaggio di consegne e controllo mezzi. Una serata come tante, ridi e scherzi con i colleghi.

Suona il 115… Attenzione deve uscire la prima partenza per fuga gas. Tutti sul camion, ti vesti con il rumore delle sirene e intanto ti dividi i compiti e poi ricominci a scherzare e ridere per stemperare l’adrenalina. Arrivi sul posto e tutto è buio… Alzi la torre faro, entri all’interno con tutti gli strumenti del caso per trovare la fuga gas. All’improvviso una esplosione, un crollo. Tutto diventa buio… Mai avresti pensato fosse l’ultimo saluto ai tuoi cari, che non li avresti più visti.

Il nostro lavoro è così, ci sono i gattini, le vecchiette ma anche il gas e le esplosioni… Spesso ci dimentichiamo di quanto sia pericoloso e che ogni volta che usciamo di casa possa essere anche l’ultima… Ma é il nostro mestiere, l’abbiamo scelto e siamo fieri di indossare questa divisa nonostante tutto e tutti.

NON chiamateci eroi… Chiamateci semplicemente pompieri!

Una grande famiglia che si stringe attorno alle vostre/nostre famiglie…

W il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco

Riposate in pace… E vegliate su di noi”.

Questo lo struggente pensiero di Enrico Arillo, pompiere parmigiano molto attivo nella vita sociale, per i colleghi morti nell’alessandrino.

 

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