Invito del difensore civico Marù ai nuovi sindaci: rispettare l’equilibrio di genere nelle giunte

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“Invito tutti i sindaci dei Comuni emiliano-romagnoli con popolazione superiore ai 3 mila abitanti, eletti alle recenti elezioni amministrative, a conformarsi a quanto prescritto dalla legge Delrio”.

La richiesta arriva dal Difensore civico regionale, la parmigiana Carlotta Marù, che oggi ha invitato i nuovi sindaci (150 Comuni hanno cambiato guida) a rispettare, nella composizione delle nuove giunte, l’equilibrio di genere (come stabilito dalla legge 56 del 2014).

Marù spiega che “la previsione di soglie minime di rappresentanza di ciascuno dei due sessi all’interno degli organi pubblici, anche comunali, risponde all’esigenza di favorire le pari opportunità, alla luce di quanto stabilito dall’articolo 51 della Costituzione”.

Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore ai 3 mila abitanti nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%: una percentuale cui i sindaci non posso sottrarsi, a meno che non venga adeguatamente dimostrata l’effettiva impossibilità di assicurare la presenza dei due generi nella misura stabilita dalla legge. Tanto più che in una recente nota il Dipartimento per gli affari interni e territoriale del ministero degli Interni ha precisato: “Seppure la legge 56 del 2014 all’articolo 1, comma 137, ha stabilito un preciso quorum del 40% al fine di rispettare tale principio per i soli comuni con popolazione superiore ai 3 mila abitanti, tuttavia l’obbligo vale anche per i comuni di fascia demografica inferiore ai 3 mila abitanti”.

Fra i compiti del Difensore civico c’è anche quello di intervenire nei casi in cui la norma non venga rispettata, chiedendo una motivazione valida per la mancata applicazione della legge o suggerendo al sindaco di aprire un nuovo procedimento di avviso pubblico e riesame delle candidature.

C’è una forte sinergia su queste tematiche tra il Difensore civico e la presidente della Commissione per la parità e per i diritti delle persone Roberta Mori, anche in virtù del protocollo per la tutela dei diritti delle persone, il superamento delle disuguaglianze e la promozione di pari opportunità sottoscritto dalla Conferenza nazionale delle presidenti degli organismi di pari opportunità regionali e dal Coordinamento nazionale dei difensori civici.

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