Sequestro di Parma Urban District, Dall’Olio: “Pizzarotti dà la colpa agli altri, ma mette il Comune a rischio di dover pagare 200 milioni di risarcimento”

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L’ ex consigliere Pd Nicola Dall’Olio, commenta il recente sequestro del cantiere del Mall di Baganzola: “Il nodo politico della vicenda mall-aeroporto di Parma è che il Comune poteva anzi doveva evitare la realizzazione del centro commerciale in quanto incompatibile con le norme di sicurezza degli aeroporti”.

“Invece l’amministrazione Pizzarotti F. ha fatto il contrario: ha rilasciato i permessi di costruire tra fine 2017 e inizio 2018 e non ha mai pensato di sospendere in autotutela i lavori del cantiere, nonostante i ripetuti avvertimenti di ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, e di Legambiente”.

“Così facendo ha esposto il Comune, quindi la collettività, al rischio di una colossale causa di risarcimento danni. E questo sì, è davvero da irresponsabili”.

“Dal dossier presentato da Legambiente a Baganzola – scriveva sempre Dall’Olio sul suo blog dopo le richieste dell’associazione ambientalista-  lo scorso 7 maggio emergerebbero delle palesi incompatibilità tra il grande centro commerciale (Mall) in costruzione presso l’area Ex Salvarani e le vigenti norme di sicurezza per l’esercizio e la costruzione degli aeroportisancite dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC).

Il problema è che l’Amministrazione Comunale, a cui spetta per legge la redazione del Piano di Rischio Aeroportuale, non ha mai aggiornato il Piano di Rischio adottato a inizio 2012 dal commissario Ciclosi sulla base di una precedente versione del regolamento ENAC che prevedeva zone di tutela meno estese e non riportava un’esplicita prescrizione per i centri commerciali.

E questo nonostante lo stesso Ciclosi, nella sua delibera presa con i poteri del Consiglio, avesse già allora dato mandato agli uffici comunali di adeguare “quanto prima” il Piano di Rischio al nuovo regolamento ENAC entrato in vigore a fine 2011 proprio nel corso della procedura di adozione.

Ora spetterà ad altri soggetti ed altre sedi valutare se questa inadempienza dell’amministrazione Pizzarotti in tema di sicurezza, che ricorda molto da vicino il mancato aggiornamento del piano di emergenza per le zone esondabili, incide sulla legittimità del titolo di costruzione rilasciato e configura delle responsabilità amministrative.

Ma comunque vada, restano sul tappeto due questioni politiche di enorme rilievo.

L’amministrazione Pizzarotti, dopo avere promesso di fermare la proliferazione dei centri commerciali, ha infatti sempre sostenuto che la realizzazione del Mall all’ex Salvarani non poteva più essere impedita e che la colpa ricadeva tutta in chi aveva approvato nel 2010 il Piano Urbanistico Attuativo. Un racconto già sentito per la vicenda dell’inceneritore.

Le carte e gli atti presentati da Legambiente, mostrano però una realtà diversa. Il Comune poteva e forse doveva rimettere in discussione quel Piano Attuativo in forza di norme di sicurezza entrate in vigore successivamente alla sua approvazione, norme che si è ben guardato dal recepire nei propri strumenti urbanistici nonostante siano passati da allora più di 6 anni.

Ma c’è un’altra questione forse ancora di maggiore rilievo. Se già paiono emergere profili di incompatibilità con la pista attuale, non si capisce come potranno mai essere rispettate le norme di sicurezza dell’ENAC con il previsto allungamento della pista che arriverebbe a ridosso dell’area del Mall.

Il sindaco Pizzarotti, a parole, ha sempre dichiarato che l’aeroporto è un’infrastruttura strategica e bisogna fare di tutto per salvarlo, compreso vendere le azione di Fiere di Parma per provare a finanziare la società aeroportuale, in barba alle norme sulle società partecipate.

Nei fatti però, avendo autorizzato la costruzione del Mall, sta pregiudicando qualsiasi sviluppo futuro dell’aeroporto che rischia di chiudere come infrastruttura di interesse nazionale e non solamente come società di gestione.

Chi sta uccidendo davvero l’aeroporto di Parma non sono dunque né gli ambientalisti né il comitato no-cargo, ma è questa stessa amministrazione comunale, incapace di una visione di insieme e di una politica autonoma dai soliti centri di poteri di questa città” – chiosa l’ex consigliere PD.

Che poi lancia un allarme: “Pensiamo al rischio enorme a cui la giunta Piźzarotti sta esponendo il Comune e quindi la collettività ad una causa di risarcimento danni non da 20 milioni ma da 200 milioni…”.

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